lunedì 31 gennaio 2011

Rivoluzione in Egitto, filo spinato a piazza Tahrir, nuovo giorno, segui la diretta





Siamo all`ennesimo giorno di manifestazioni.

Ricapitolando gli avvenimenti principali, ieri l`esercito ha schierato due caccia che sono volati a bassa quota per circa 30 minuti sulla folla, che era infastidita dai caccia tanto quanto ti infastidisce una zanzara. Fastidiosa, ma non ti fa cambiare idea.

El Baradei si e` unito ai manifestanti in Piazza Tahrir ed ha tenuto un breve discorso in cui ha dichiarato che non e` piu` possibile tornare indietro e che Mubarak se ne deve andare. Ha anche detto che e` il momento di una nuova era in Egitto.

Durante la notte, il futuro ex presidente e` comparso di nuovo in tv ed ha annunciato riforme urgenti. In politica, si dice che oltre alla decisione in se` e` anche importante il momento della decisione, e Mubarak e` in ritardo di 28 anni almeno.

La situazione, saccheggiatori a parte, e` tranquilla. Il popolo egiziano e` fermo nelle sue richieste. Anche il futuro ex presidente e` ben fermo nella sua poltrona, mentre l'esercito è fermo nel suo proposito di proteggere la popolazione e la nazione, rifiutandosi di sparare sulla folla. Si ha la sensazione di trovarsi in situazione di stallo.

Oggi e` previsto uno sciopero generale, e domani e` stata indetta una grande manifestazione.

Compatibilmente con i nostri impegni daremo copertura agli eventi anche oggi, anche perche` siamo l`unico sito italiano a seguire il caso con la dovuta attenzione.

Seguiteci in realtime su www.twitter.com/felicecapretta o su facebook o qui sotto con i consueti aggiornamenti.


AGGIORNAMENTI

09.12 *** da twitter: il Cairo si è svegliata questa mattina con il filo spinato intorno a Piazza Tahrir. Un manifestante ha raccolto la testimonianza di un ufficiale secondo il quale la piazza sarà bloccata per tutta la giornata e per tutta la notte.


13.00 *** Fonte AJE (Al Jazeera English): ‎100.000 persone sono ora in piazza Tahrir. La folla canta "musulmani e copti una cosa sola" ed è uno straordinario segnale di unità.

13.20 *** Egiziani da tutto il paese si sono messi in marcia per arrivare in tempo alla grande manifestazione di domani, fonte Al Jazeera. Inoltre segnalato l'arresto di 5 reporter di Al Jazeera. Al futuro ex regime proprio non piace la tv, a meno che non sia la tv di stato.

13.40 *** I reporter di AJ arrestati sono 6. Live dall'account twitter di Dan Nolan (lo potete seguire @nolanjazeera o qui )

ore 13 circa: "Arrestati dai militari"
8 minuti dopo: "soldati sono entrati nella stanza (dell'albergo, NDFC) e hanno preso la videocamera. Siamo in stato di arresto dai militari.
9 minuti dopo: "Non so se siamo in arresto o se stiamo per essere trasportati (deported nell'orginale, NDFC). Sei di noi trattenuti al checkpoint dei militari fuori dall'hotel Hilton. Materiale sequestrato.


Prima di questi tweet, Nolan segnalava che i bancomat sono chiusi ma si possono usare le carte di credito, in molti hanno la sensazione di essere sotto assedio. Segnaliamo anche che purtroppo il prezzo del cibo sta salendo rapidamente, come anche la benzina e le carte telefoniche.


14.00 *** Ferrovie bloccate fino a nuovo ordine nel - presumiamo - disperato tentativo del futuro ex regime di evitare arrivi in massa domani per la grande manifestazione prevista per le 16 ora locale (le 15 qui da noi)

15.22 *** Dan Nolan di Al Jazeera rilasciato sano e salvo dopo 3 ore.


16.45 *** Ecco la piazza Tahrir ora (da al arabya, via twitter)







18.20 *** bel video segnalato su twitter (in inglese)




18.30 *** ultimatum all'esercito da alcuni gruppi di giovani: i manifestanti di piazza Tahrir venerdì marceranno sul palazzo presidenziale e sul palazzo della tv di stato se i militari non dichiarano apertamente da che parte stanno.

Questo è quanto dichiarato da alcuni gruppi di giovani manifestanti. Deadline è giovedì mattina, dopodichè la mancanza di una risposta sarà interpretata come un segnale di sostegno al regime. Articolo originale qui (inglese). fe

19.15 *** AFP cita fonti dell'esercito egiziano che afferma: "L'esercito ritiene che le richieste del popolo sono legittime".

Nel frattempo, il petrolio ha superato i 100 dollari al barile.


Saluti felici

Felice Capretta

domenica 30 gennaio 2011

Rivoluzione in egitto, quinto giorno, diretta live





La notte e` stata relativamente tranquilla, nonostante i titoli e gli articoli dei giornali e dei principali siti di news. La voce dell`Egitto e` diversa. Le segnalazioni principali della notte sono relative all`auto-organizzazione della popolazione per fare fronte ao saccheggi.

In molti riportano che i saccheggiatori arrestati avevano tessere identificative della polizia in tasca, ma non c`e` conferma sicura su questo.

Questa mattina i manifestanti sono tornati in piazza e i primi tweet riportano che la situazione oggi sembra essere molto diversa da ieri. Molto piu` esercito nelle strade, elicotteri in volo a bassa quota, piu` tensione nell`aria.

La battaglia di ieri e` stata vinta pacificamente dai manifestanti, oggi seguiremo gli sviluppi. Comunque gli egiziani restano finche` mubarak non se ne va. Punto.

AGGIORNAMENTI

10.26 *** è confermato: ieri a Jaffa 800 manifestanti israeliani e palestinesi hanno marciato insieme per le strade, protestando contro gli insediamenti illegali e contro il razzismo, ma soprattutto uniti per la pace. E nonostante ingenti schieramenti di polizia, elicotteri compresi, tutto si è svolto in serenità. Questa è una delle notizie più belle che abbiamo dato negli ultimi mesi. Solo 800, o già 800, a seconda dei punti di vista, forse il mondo sta davvero cambiando. Qui un approfondimento (in inglese)

10:43 *** Breaking news - L'ambasciata USA consiglia a tutti i cittadini di lasciare immediatamente il paese (!) da Al Arabya. REvocati i permessi in egitto ad al jazeera, revocati i permessi ai suoi giornalisti, borsa chiusa, banche chiuse, l'atmosfera non è delle migliori ed è diversa dall'atmosfera festosa di ieri.

11:11 *** confermata la presenza di carri armati a Sharm. Questo comporta qualche tipo di accordo con Israele in base agli accordi di pace a seguito dell'ultima guerra. Fonte AJE. Inoltre oggi sono in corso sparatorie e saccheggi e AJE conferma che sono azioni deliberate da parte di agenti di polizia in borghese che stanno deliberatamente cercando di seminare il caos per screditare la protesta e spaventare i manifestanti per farli restare a casa.


11:20 *** twitter inizia a fare fatica a star dietro all'enorme volume di twit da tutto il mondo!



11:36 *** risultati del referendum in Sudan, il 99% dei residenti nel Sud hanno votato a favore della secessione


12:00 *** Al Jazeera non è più accessibile in Egitto (da twitter)

13:25 *** Movimenti e partiti politici di opposizione convergono su El Baradei per formare un governo provvisorio di transizione (BBC, AJE)

13:33 *** i manifestanti cantano "Mubarak cambia tutto per non cambiare nulla", due ingressi separati per uomini e donne in piazza Tahrir, gli uomini perquisiti dall'esercito, le donne entrano liberamente. Situazione tranquilla.

14:30 *** sono numerosi i tweet secondo i quali l'esercito avrebbe ricevuto l'ordine di sparare sulla folla, citando AJE. Sempre secondo AJE, un ufficiale dell'esercito ha dichiarato che l'esercito ha ricevuto l'ordine di sparare sui civili ma l'esercito si è rifiutato di eseguire gli ordini. Aumenta la folla in piazza Tharir. Folla ad Alessandria e nelle altre principali città. L'intero paese sta partecipando alla rivoluzione.





Ore 15.00 (le 16 locali) *** è scattato il coprifuoco. Due caccia sorvolano a quota sempre più bassa piazza Tahrir nel probabile tentativo di intimidire la folla. Il rumore si sente chiaramente dai microfoni dei corrispondenti di Al Jazeera che non riescono a parlare al passaggio dei caccia. Il rumore è così forte che si sentono scattare gli allarmi delle auto. La situazione e l'atmosfera sembra diversa da ieri, più tensione. Mentre scriviamo queste righe sentiamo il terzo passaggio di un caccia.

Ore 16.00 *** i caccia se ne sono andati, confermato. Ad Alessandria la folla ha smesso di chiedere le dimissioni di Mubarak, ora ne chiede l'impiccagione. A Mansoura i manifestanti sono più moderati e continuano a chiedere che Mubarak se ne vada. In fondo, l'impiccagione non migliorerà le cose, detto tra noi.

Ore 17:21 *** El Baradei sarebbe in arrivo in piazza Tahrir per un discorso secondo al arabya ed AJE

Ore 18:20 *** El Baradei è in piazza. Tra le prime dichiarazioni riportate: "barack obama deve cessare il suo sostegno a Mubarak". Gli stati uniti stanno perdendo la loro autorità. "cio' che abbiamo creato non puo' essere fermato [...] il regime si deve dimettere".



Saluti felici

Felice Capretta

sabato 29 gennaio 2011

Egitto: Coprifuoco infranto, ha vinto la pace..!






Ore 16, coprifuoco scattato.

50.000 persone in piazza El Tahrir infrangono il coprifuoco pacificamente e l'esercito sta a guardare. L'esercito è di leva ed è considerato vicino alla popolazione.

Il popolo egiziano ha vinto anche questa battaglia, e in pace.

Il popolo egiziano sta scrivendo la storia.



Saluti felici

Felice Capretta

continuano gli scontri in egitto, segui la diretta

Continuano gli scontri anche oggi al Cairo e nelle principali citta` egiziane all`indomani del discorso del futuro ex presidente egiziano mubarak.

Da twitter: ` vogliamo un cambiamento vero, non un cambio di governo ` .

Nella notte, il coprifuoco ordinato dal futuro ex presidente Mubarak e` stato una farsa, con migliaia di persone nelle strade.

Come in Tunisia prima che Ben Ali se ne andasse.

Il destino del futuro ex Mubarak e` segnato.

Il punto e` che l`egitto e` la nazione idealmente guida del mondo arabo, la principale pedina dello scacchiere geopolitico arabo e stato pivot dello scacchiere eurasiatico.

E` nazione pivot perche` sul suo territorio si trova il Canale di Suez, gestito dal Protettorato, che consente alle petroliere di prendere la scorciatoia per il Mediterraneo anziche` circumnavigare l`Africa (e moltiplicare per 10 il costo delle merci trasportate, tra cui il petrolio) . Quindi chi controlla il Canale di Suez controlla il destino dell`inflazione in Europa, con buona pace della BCE e dei parametri di Maastricht.

Ed inoltre l`Egitto confina con Israele.

Il prossimo governo, se ce ne sara` uno, sara` espressione della volota` popolare, che non e` filoisraeliana. Per niente.

E - soprattutto - l`Egitto confina con Gaza.

Potete seguire la diretta delle voci dall`egitto dal pannello qui a sinistra.

AGGIORNAMENTI

13:20 *** i manifestanti dirigono il traffico al Cairo. Da qualche ora sono tornati a funzionare i cellulari ma niente SMS e niente internet.

14.00 *** il prossimo momento della verità è per le 16 ora locale (le 15 da noi), ovvero tra un'ora, quando scatterà il coprifuoco e spetterà all'esercito, non alla polizia, applicarlo. Allora si vedrà da che parte sta l'esercito e chi prevarrà, se la popolazione o le forze armate. I manifestanti convergono su Piazza El Tahrir, dove alcuni twit dicono che ci siano già 50.000 persone (anche se ci chiediamo come facciano a starci, 50.000 persone) . Anche l'esercito converge su El Tahrir.

El Tahrir in arabo vuol dire Liberazione. Piazza della Liberazione.

14.31 *** continua l'afflusso in piazza El Tahrir. Atmosfera festosa, segnalata la presenza di bambini. 30 minuti al coprifuoco. Sembra l'atmosfera giusta per cambiare e vivere in pace.

14:41 *** da twitter: le persone abbracciano i militari e dicono "abbatteremo questo regime" e i soldati rispondono "inshallah", esclamazione araba la cui traduzione letterale sta per "se dio lo vuole" anche se il significato e l'uso è più ricco e più ampio.

14:50 *** 10 minuti al coprifuoco, i manifestanti faranno sit-in. El Baradei terrà un discorso in piazza El Tahrir. La folla urla che è l'ultimo giorno di Mubarak. Al Jazeera Talk riporta che l'esercito avrebbe abbandonato il confine con Gaza.

15.00 *** Scattato il coprifuoco. In attesa di notizie.

Saluti felici

Felice Capretta

PS: non dovrebbero essere le persone ad avere paura dei governi, sono i governi che dovrebbero aver paura delle persone (cit.)


PPS: qui sotto potete chattare in realtime.

venerdì 28 gennaio 2011

L'ultimo discorso di Mubarak


Infine, Mubarak (che la televisione israeliana dava per fuggito in Svizzera) ha parlato.

Con l'occhio spento e il viso di cemento ha tenuto un breve discorso in TV: farà rotolare qualche testa e ci sarà un nuovo governo e ci saranno riforme. Già.

"questa sera ho chiesto al governo di dimettersi e domattina darò l'incarico per formare il nuovo esecutivo"
Pressappoco quello che disse Ben Ali .

Fu il suo ultimo discorso prima di fuggire in Qatar.



Risposte degli egiziani (da twitter):

  • "questo sarà l'ultimo discorso di Mubarak"
  • "Mubarak farebbe bene a riaprire internet così puo' prenotarsi il viaggio su Expedia"
  • "pensa davvero che la gente sia stupida?"
  • "Mubarak ha appena servito una lattina di Red Bull ai manifestanti"

Continuate a seguire i twit qui a sinistra per restare aggiornati. Si annuncia una lunga ma tranquilla notte con un coprifuoco che è stato ordinato ma che nessuno rispetta.

Proprio come accadde con Ben Ali.

Prima di fuggire in Qatar.

Saluti felici

Felice Capretta

Segui in diretta la rivoluzione in Egitto








Segue dal post precedente

AGGIORNAMENTO h11:00 - funziona solo un piccolo gestore di telefonia mobile (che tra l'altro prende traffico da telecom italia sparkle, speriamo che a roma non se ne accorgano o chiudono tutto per solidarietà al regime...!) e alcuni piccoli gestori con i vecchi modem dial-up.

Da quelle connessioni traballanti afflusicono notizie da twitter. Questo è un twit dei più commoventi, a nostro avvio:

"Egyptian Christians said they will guard the Muslims from the police while they on Friday Pray"
, ovvero "I cristiani d'egitto dicono che proteggeranno i musulmani dalla polizia mentre sono alla preghiera del venerdì". Potete seguire gli hashtag #jan28 e #jan25 (vecchio ma qualcuno lo usa ancora).


AGGIORNAMENTO h12:51 - scontri segnalati fuori da alcune moschee al Cairo. La polizia ha usato proiettili di gomma. Non è chiaro se El Baradei sia stato arrestato, al jazira ne dava notizia poco fa per poi smentire.

Potete ora seguire in diretta le voci dei pochi manifestanti che ancora hanno connessione ad internet via twitter con il widget qui a sinistra.


AGGIORNAMENTO h14:42 secondo Al Arabya le forze di polizia lasciano l'uniforme e si uniscono ai manifestanti, da twitter (1 minuto fa)

Phoenix_Alx RT @KaramBen: Al Arabiya informa que oficiales de policía se están quitando el uniforme y se están sumando a las protestas


AGGIORNAMENTO h14:50

Distrutta la sede del partito di governo a Mansoura, da twitter

mayasdreams RT @Omar_Gaza: AJ: over 40,000 protesters demolished Ruling-party headquarter in Mansoura #Egypt #jan28

Ulteriori voci di defezioni tra le forze dell'ordine.
I manifestanti portano i poliziotti feriti in luoghi sicuri.



AGGIORNAMENTO h 15: immagini da skynews offline ora

AGGIORNAMENTO 18.31 la sede centrale del partito democratico nazionale sta bruciando.

AGGIORNAMENTO 19.09 Vodafone ha dichiarato che il governo ha chiesto di chiudere tutte le comunicazioni in Egitto. Appelli a chi ha una wireless al Cairo per aprirla senza password e consentire le connessioni. Carri armati nelle strade ad Alessandria. Spari sulla folla con proiettili veri, gli egiziani chiedono di farlo sapere al mondo. Condividete, scrivete, fate girare. Abbiamo ancora Internet, usiamola!


AGGIORNAMENTO 19.30 Città di Suez ora chiusa - nessuno puo' entrare nè uscire. Da twitter. Al Cairo, voci non confermate di scontri tra polizia ed esercito.


19.47 *** 12 carri armati stanno per entrare a Suez. Black-out nel nord del Sinai. Limitazioni all'uso di internet in Siria e in Libia.

20:05 *** Ministro israeliano: siamo convinti che Mubarak prevarrà

20.16 *** i tweet iniziano ad essere meno frenetici. Disponibile foto presa oggi con la polizia che colpisce con gli idranti le persone radunate in preghiera.



20.38 *** i media mainstream parlano del rischio di presa di potere degli islamici. Curioso, per una rivoluzione che chiede "Pane e Libertà" e che di religioso non ha niente di più della normalità in Egitto.


20.52 *** creata catena umana intorno al museo egizio per proteggerlo dai saccheggi.

e adesso ci prendiamo una pausa dopo un pomeriggio di copertura in diretta live.
Potete tenere d'occhio i tweet qui a sinistra.








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Saluti felici

Felice Capretta

Breaking news: chiusa internet in Egitto, grande manifestazione alle 12

AGGIORNAMENTO h11:00 - funziona solo un piccolo gestore di telefonia mobile (che tra l'altro prende traffico da telecom italia sparkle, speriamo che a roma non se ne accorgano o chiudono tutto per solidarietà al regime...!) e alcuni piccoli gestori con i vecchi modem dial-up.

Da quelle connessioni traballanti afflusicono notizie da twitter. Questo è un twit dei più commoventi, a nostro avvio:

"Egyptian Christians said they will guard the Muslims from the police while they on Friday Pray"
, ovvero "I cristiani d'egitto dicono che proteggeranno i musulmani dalla polizia mentre sono alla preghiera del venerdì". Potete seguire gli hashtag #jan28 e #jan25 (vecchio ma qualcuno lo usa ancora).




Breaking news - da questa mattina Internet non è più accessibile al Cairo ed in tutto l'Egitto secondo France Presse.

Segnalate anche difficoltà a comunicare via SMS.

In nottata il ministero dell'Interno ha avvertito che saranno prese "misure decisive" contro i manifestanti, "in conformità con la legge".

Sembra dunque chiara la prima mossa di risposta del governo alla convocazione della grande manifestazione prevista per oggi dopo la preghiera del venerdì e convocata da tutti i gruppi di opposizione e dalle chat, dai forum, dai blog, ma soprattutto dalle persone che sono stanche del regime di Mubarak.

Questo il risultato.




Ieri Suez è stata teatro di scontri massicci tra manifestanti e forze dell'ordine, con una caserma dei pompieri data alle fiamme e la folla dispersa da proiettili di gomma. Nel Sinai si conta una vittima.

La situazione in Egitto è precipitata dopo che i disordini in Tunisia si sono estesi alla vicina nazione.

E ieri è giunto in Egitto il diplomatico Mohamed El Baradei.

El Baradei, come ricorderanno gli affezionati lettori, è stato il responsabile dell'Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e si è sempre distinto per aver affermato con forza l'assenza di armi di distruzioni di massa in Iraq prima dell'aggressione americana del 2003, facendo così da baluardo all'offensiva diplomatica che preparo' la strada all'aggressione armata. Il baluardo non tenne, gli angloamericani convinsero il mondo che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa con interpretazioni fuorvianti delle foto satellitari (dove un camion chiuso diventava un mezzo che trasportava armi chimiche) e giustificandosi a colpi di articoli e servizi televisivi entrarono in Iraq mettendo a ferro e fuoco il paese.

E Babilonia La Grande infine cadde.

( /me scrive in delirio messianico vestito con una tunica bianca e citando l'apocalisse con il calendario alla mano : ))

Ma si scoprì poi che era El Baradei, e non gli angloamericani, ad avere ragione.


El Baradei ha dichiarato:

Non voglio prendere il potere ma contribuire alla transizione democratica e pacifica
[...]
Sono col popolo e il regime deve capire che non si può più tornare indietro.
[...]
È il momento del cambiamento.

La presenza e le parole di El Baradei, cittadino egiziano stimato nel mondo, hanno dato ulteriore spinta alle manifestazioni popolari.
Oggi è il giorno più lungo per questa settimana che si chiude in Egitto.

Stay tuned - seguiremo con attenzione l'evolversi della situazione a partire dalle ore 12, l'ora della preghiera del Venerdì.

Sono 35 i luoghi di culto indicati dagli organizzatori su Facebook come punto di ritrovo per le manifestazioni e l'obiettivo è quello di raggiungere nuovamente piazza Tahrir che i manifestanti avevano occupato per varie ore martedì.

El Baradei attenderà l'ora della manifestazione e al momento della preghiera sarà in una moschea a Giza.

Tunisia, nuovo successo delle proteste

Il popolo tunisino ha ottenuto un altro successo: il nuovo e gattopardesco governo che comprendeva ministri del partito di Ben Ali è stato costretto al rimpasto dalle proteste di piazza ed ha eliminato i ministri del partito di Ben Ali dai ministeri chiave: difesa, interno, esteri, finanze.


Turchia, scontri studenti - polizia


Segnalati scontri anche ad Ankara ed Istanbul: cariche della polizia, lacrimogeni ed idranti usati contro gli studenti che protestavano contro il governo conservatore islamico.


Saluti felici

Felice Capretta

giovedì 27 gennaio 2011

Stagflazione in arrivo in USA e il mondo che ride di noi


Il mondo ride di noi, intitola Il Fatto Quotidiano in un interessante articolo che potete leggere qui. Da qualche giorno stiamo lavorando fianco a fianco con i colleghi spagnoli e ci rendiamo conto di quanto effettivamente il mondo ci consideri una nazione fatta di persone rimbecillite.

Stavamo chiacchierando delle ribellioni in Tunisia, Algeria, Albania, Egitto e ora Yemen, e la domanda è stata:

"e voi, quanto dovete ancora aspettare per scendere in piazza?"

in effetti. E giù a prenderci per i fondelli per la situazione paradossale del caso Ruby e simili.

Questo comunque è l'articolo:

Il Mondo Ride Di Noi

Dall'Australia all'India, da Buenos Aires a Parigi, le escort di Berlusconi sulla stampa internazionale

Perché una pagina su alcune delle più significative reazioni della stampa di ogni angolo del pianeta all’ennesimo scandalo che coinvolge il nostro premier? Perché si sappia che coloro che in questi anni hanno parlato di “regime”, di comportamenti “intollerabili” da parte di un primo ministro, di “leggi vergogna”, di uso a fini personali del potere politico e del potere legislativo del Parlamento, di tentativi di soffocare le voci libere e la libertà di stampa, di “degrado morale” della vita pubblica non erano, come più volte si è detto, un manipolo di anti-berlusconiani viscerali, di “giustizialisti” assetati di sangue, di pericolosi comunisti alla disperata ricerca del loro Palazzo d’Inverno, di toghe rosse, di radical-chic contrari a qualunque processo di riforma del Paese e delle istituzioni. Erano voci fuori dal coro in Italia, ma in nutrita compagnia a livello internazionale. Quante volte Il Fatto ha scritto che i comportamenti privati di Silvio Berlusconi, le sue discutibili amicizie con Putin, Gheddafi, o personaggi come Lele Mora gettavano discredito sul nostro Paese. Per questo siamo stati aggrediti, insultati, querelati. Oggi il discredito è sotto gli occhi di tutti. Può restare a Palazzo Chigi un premier al quale un quotidiano moderato americano, il San Francisco Chronicle, consiglia di farsi accogliere nel club di pedofili e violentatori fondato e gestito da Roman Polanski in Svizzera?

il resto, gustoso, qui.


Per il resto, ci sono altre notizie rilevanti..


Pil Inglese giù 0.5%

Caduti ieri i mercati , con Milano che ha scontato una discesa dell'1%, per le notizie in arrivo da Londra: il PIL del 2010 è sceso di mezzo punto percentuale e questo ha riacceso la paura di una recessione a W.

I giornali italiani hanno ampiamente sottovalutato la notizia. Secondo gli inglesi:

"Questo è un dato tremendo. Un assoluto disastro per l'economia", Hetal Mehta, economist in Daiwa Capital Markets Europe.


USA, rischio stagflazione


se non avete letto la nostra trilogia su inflazione e deflazione, potete approfondire qui:
Trilogia Inflazione o Deflazione
Parte 1 - Inflazione
Parte 2 - Deflazione
Parte 3 - Come fronteggiare


Da wallstreetitalia: Il quadro che emerge dai dati macro odierni non fa che comfermare la tesi di coloro che sono convinti che negli Stati Uniti ci sia un processo di stagflazione in atto. Il mercato non si aspettava richieste settimanali per sussidi di disoccupazione cosi' alto. Il numero complessivo di persone che riceve questo tipo di aiuto e' salito a 3,991 milioni nella settimana conclusasi il 15 gennaio.

Per completare il quadro stagflativo, gli ordini di beni durevoli sono calati del 2,5% a dicembre, a fronte di aspettative per un incremento dell'1,5%. Questo calo, quarta flessione mensile su cinque, segue la contrazione dello 0,1% di novembre. Esclusa la componente dei trasporti, i nuovi ordini sono scesi dello 0,5%.


e per concludere l'allegro quadretto


Scontri e proteste nel mondo arab
o

Si estendono le proteste nel mondo arabo: continuano gli scontri in Egitto ed ora anche in Yemen la popolazione continua a scendere in piazza.


Saluti felici

Felice Capretta

mercoledì 26 gennaio 2011

Giornata della memoria. Quale memoria?

27 Gennaio, giornata della memoria. Memoria di che? Ah, si, dell'olocausto. Olocausto di che? Ah, si, i crimini nazisti.

No, giusto per capire, perchè quando si parla di nazisti ed ebrei si finisce sempre ad usare termini assoluti: L'Olocausto, La Memoria, Il Male. Comunque, sorvoliamo altrimenti ci si infila in un ginepraio che non finisce più.

Fatto sto che, stanti le dichiarazioni del ministro per l'incarcerazione angelino alfano, in italia è allo studio una norma che vieti la negazione dei campi di lavoro e dell'eliminazione di 6 milioni di ebrei per mano tedesca negli anni della germania nazista.

In sostanza, chiunque neghi la versione ufficiale di quanto avvenuto, puo' essere accusato di negazionismo dell'olocausto e finire in carcere.

Niente male, per un paese democratico che vanta libertà di espressione.

Da ilgiornale.it

Un nuovo reato, il negazionismo, e una legge che l'inserisca nel nostro codice. Questo è il regalo che il Guardasigilli Angelino Alfano sta preparando in occasione della giornata della memoria. «Costituiremo immediatamente un gruppo tecnico di lavoro per scrivere la norma - annuncia il ministro della Giustizia, nel corso di un convegno dell'associazione di cultura ebraica Hans Jonas - perchè disconoscere la verità significa uccidere una seconda volta le vittime. La negazione della Shoah non è un'opinione ma è il risultato di una operazione che si colloca all'opposto dei valori delle nostre democrazie». E quindi, «usare il diritto penale non è in contrasto con la costituzione».



L'altro giorno, un esponente delle comunità ebraiche in italia diceva espressamente che "chi metta in discussione l'olocausto in pubblico è giusto che sia punito".

Amen.

Intanto che il reato non è stato ancora introdotto, ricordiamo che non esiste prova documentata che siano stati eliminati esattamente 6 milioni di ebrei (che forse ora sono già diventati 7 milioni), non esiste una cosa come i "campi di sterminio" ma una cosa come "campi di lavoro", dove venivano internati prigionieri politici, nemici dello stato, zingari, omosessuali e più ebrei possibili.

Lì, venivano fatti lavorare in condizioni disumane e usati per produrre per la germania nazista, finchè non morivano di fame, di stenti, di malattie o di malnutrizione, oppure per gli esperimenti barbari degli scienziati pazzi nazisti.

Forse, ma non tutta la storiografia è daccordo, molti (probabilmente non in grado di lavorare) venivano eliminati subito, forse direttamente con il nervino e con le camere a gas. Ma, ripetiamo, non tutta la storiografia è concorde.

Oppure probabilmente il reato sarà retroattivo e mi leggerete un giorno dalle italiche carceri, insieme a spacciatori, tagliagole ed assassini, ma nessun corrotto nè nessun corrutore.

Si vedrà.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 25 gennaio 2011

Disordini in Egitto e in Tunisia, mentre in Italia....




Oggi assalto al parlamento in Egitto. 30.000 manifestanti hanno protestato chiedendo le dimissioni di Mubarak. Tra le 200.000 e le 300.000 persone pare che siano scese in piazza a manifestare in tutto l'Egitto.

Pare anche che il figlio di Mubarak sia fuggito a Londra, anche se le news non sono ancora del tutto chiare.


In Tunisia continuano le manifestazioni. Le forze armate hanno deciso di rompere il silenzio di questi giorni e si fanno "garanti della Rivoluzione", promettendo di rispettare la Costituzione.

Il generale Rachid Ammar, capo di stato maggiore, ha dichiarato ieri sera al megafono davanti ai manifestanti:

L'esercito nazionale si fa garante della Rivoluzione. L'esercito ha protetto e proteggerà il popolo e il Paese

e tuttavia ha invitato i manifestanti a desistere e togliere l'assedio che continua da diversi giorni davanti agli uffici del primo ministro.

Diversi volontari, attenzione, hanno distribuito cibo e bevande ai manifestanti.

Ora, lungi da noi cercare complotti, ma ci ricordiamo troppo bene le rivoluzioni arancioni e delle rose e dei tulipani (gli affezionatissimi sanno bene di cosa stiamo parlando) per non parlare dell'assedio di piazza a Milosevic, dove le folle manifestavano con la pancia piena perchè in piazza distribuivano gratis cibo e bevande. E ci siamo sempre chiesti chi pagava il cibo per decine di migliaia di manifestanti per 60 giorni consecutivi. E non era la fata turchina, basta leggere Brzezinski.

Questo naturalmente non significa che dietro la rivolta in tunisia ci siano i soliti noti. Pero' prendiamo nota, eh.

E' solo che questo anno è iniziato storto, con gli uccelli che al posto di volare all'insu' sono volati giù*, e per adesso non vuol saperne di raddrizzarsi. Roba da cambiare anno subito.

In Italia, rubata la bara di Mike Buongiorno.

Già.

Saluti felici

Felice Capretta

* è noto che le parolacce in ebraico sono poco incisive, e gli ebrei israeliani preferiscono dire le parolacce in arabo che rendono molto di più. C'e' pero' un mezzo insulto israeliano che recita più o meno così: "se mettessero il tuo cervello nella testa di un uccello, quello volerebbe al contrario". All'inizio del 2011 gli uccelli si sono messi a volare al contrario (e gli è andata male). Segno dei tempi.

domenica 23 gennaio 2011

Disordini in Tunisia, Algeria, Albania, Yemen


Corriere della Sera: "L'Albania non è la Tunisia"

Repubblica: "L'Albania come la Tunisia"

Ed è con questo dubbio che apriamo il post: ma l'albania sarà come la tunisia o no? A parte il fatto che in Tunisia le barricate in filo spinato hanno ceduto, ma in Albania no, in fondo chissene: rispondere affermativamente o negativamente sarebbe come ridurre ad una sillaba il complesso quadro socioeconomico e geopolitico che sta attraversando i paesi arabi fino allo Yemen, con una puntatina perfino in Albania.

Si, perchè come possiamo constatare dai giornali e dai telegiornali, ampio risalto viene dato alla protesta in Albania, dove le persone protestano per la corruzione del governo, la disoccupazione, il costo della vita, etc etc. Vogliono un cambiamento reale.

Nel frattempo, in Tunisia sono moltissime le persone che hanno camminato per tre giorni per attraversare il paese ed arrivare a manifestare a Tunisi contro il nuovo, gattopardesco esecutivo (si vedano i nostri post sulle cause della rivolta in tunisia). Vogliono un cambiamento reale.

Anche in Algeria non si scherza affatto: un'altra manifestazione è stata repressa duramente proprio ieri in virtu' dello stato di emergenza. Che è stato dichiarato nel 1992 ed è tuttora in vigore. Alla faccia dell'emergenza. Comunque gli algerini protestano per... le stesse ragioni. Vogliono un cambiamento reale.

Ed è notizia di ieri, per il momento ancora ignorata dai media allineati, che la scintilla si è allargata allo Yemen, con 19 persone arrestate nella grande manifestazione indetta dagli studenti, a coronamento di una ondata di proteste di piazza che stanno avvenendo nella capitale, Sana'a. Perchè vogliono un cambiamento reale.

Sabato un disoccupato si è dato fuoco in Arabia Saudita.

In Italia, lancio di monetine e proteste a Lissone, nel cuore della brianza, durante l'inaugurazione di una piazza intitolata a Bettino Craxi. Al termine della protesta, sulla targa è stata appiccicata un'altra targa che intitola la piazza a Sandro Pertini.

Volevano un cambiamento reale.

Italiani, eterni secondi.

Saluti felici

Felice Capretta

giovedì 20 gennaio 2011

Lo strano caso polacco, aggiornamento

Riemerge di quando in quando, ampiamente soffocato dall'ammuina di intercettazioni delle prostitute berlusconiane, il tema dello Strano Caso Polacco , ovvero l'incidente aereo che decapito' la classe politica polacca, un po' troppo "indipendente" dal Pensiero Unico, e con un po' troppi nemici, per sostituirla successivamente con uomini politici di ispirazione più allineata. Incidente a cui in passato abbiamo dato discreto risalto, si veda la serie di post dedicata.

Queste le ultime novità dai due fronti russo e polacco.


Russia: il presidente Kaczynki fece pressioni sui piloti

MOSCA - Il rapporto definitivo di Mosca sull'incidente aereo che in un colpo solo ha decapitato la classe politica polacca è chiaro: le cause principali del disastro vanno ascritte al presidente ed al comandante dell'aeronautica che fecero pressioni sui piloti.

Altra causa principale, la scarsa preparazione dei piloti.

I due fecero pressioni sui piloti affinchè non seguissero gli ordini nei controllori di volo russi. In particolare, il comandante dell'aeronautica era in cabina di pilotaggio e aveva tracce di alcol nel sangue.

La sciagura è stata causata, secondo la relazione, anche dalla mancata decisione di effettuare un atterraggio di emergenza in un altro aeroporto, nonostante gli avvertimenti dei controllori di volo russi sulle cattive condizioni meteo. In base alla ricostruzione russa, i piloti avrebbero ignorato sia i controllori sia gli avvertimenti del sistema di emergenza automatico che segnalava "pull up", "risalire", poco prima dello schianto.

La Polonia ha criticato la ricostruzione russa.

Nota caprina: la versione russa sembra poco convincente. Riteniamo che l'aereo presidenziale venga solitamente affidato a piloti di altissima preparazione e non certo ai primi stagisti usciti dall'accademia.

La presenza del comandante dell'aeronautica in cabina di pilotaggio è più che ragionevole: l'aereo si sta schiantando ed il comandante dell'aeronautica avrà ben tentato di capire cosa stava succedendo e come essere utile.

Infine, il subdolo fantasma dell'alcol: manca l'indicazione della quantità di alcol nel sangue e di conseguenza il rapporto russo non è in grado di dire se fosse solo un caffè corretto o 10 bicchieri di vodka. Facile insinuare l'ubriachezza del comandante.

Più facile pensare che in realtà il comandante si sia concesso uno snack e un drink a metà volo.
E, conoscendo l'attitudine del popolo polacco a reggere l'alcol, è più che probabile che il comandante fosse perfettamente sobrio.


Polonia: i controllori russi sviarono piloti

VARSAVIA - I piloti dell'aereo sono stati tratti in errore dai controllori della torre dello scalo russo: è quanto ha indicato a Varsavia la commissione polacca che indaga sulle cause dell'incidente, presieduta del ministro degli interni Jerzy Miller. Questa è la conclusione della commissione a seguito dell'esame della dinamica della sciagura e la pubblicazione delle registrazioni dei colloqui fra la torre di controllo russa e i piloti dell'aereo e fra la torre e i dirigenti militari a Mosca.

A quanto precisato a Varsavia, i militari russi presenti nella torre di controllo all'aeroporto di Smolensk non corressero la posizione del Tupolev 154 mentre stava compiendo l'operazione di atterraggio.

Qualche minuto prima dell'incidente, l'aereo era fuori delle coordinate della pista: "si trovava 130 metri troppo in alto e 80 metri fuori di lato" rispetto alla pista di atterraggio.

La torre di controllo, invece, aveva riferito ai piloti polacchi che il loro aereo si trovava nella posizione corretta per atterrare.

Dando così loro la rotta sbagliata.



Nota caprina: nessuna. Delle due ricostruzioni, quella polacca sembra, per quanto ci è dato sapere, la più solida. Le responsabilità russe sembrano così piuttosto evidenti e confermano quanto avevamo esposto nel post "lo strano caso polacco" e nei commenti.



Altre notizie dal mondo: la visita di Hu Jintao negli USA per il momento non sta riservando particolari sorprese, almeno nessuna dichiarazione particolarmente degna di nota è ancora filtrata sui media.

Nel mondo arabo, continuano le notizie di algerini che si danno fuoco per protesta. Secondo ANSA, la polizia in assetto antisommossa è schierata a difendere le aree calde della capitale. Sono schierati i blindati nelle aree nevralgiche della capitale e di alcune città secondarie.

Chissà come mai.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 18 gennaio 2011

Pechino: il sistema basato sul dollaro è vecchio


[comunicazione di servizio] cerchiamo traduttori per il nuovo numero del GEAB.

L'affezionato lettore che mastica bene l'inglese puo' inviare una email all'indirizzo gheennyocki@dunflimblag.mailexpire.com con "traduzioni GEAB nell'oggetto" per dare la sua disponibilità entro il 20 Gennaio.

Solitamente si tratta di un paio di pagine da tradurre al mese. I traduttori che hanno partecipato finora (grazie!) riceveranno una mia email a breve. [/comunicazione di servizio]



Ruby e il presidente, il presidente e le escort, l'esatto numero di ragazze che c'erano nella residenza del premier, il fatto che il premier era a casa sua e si faceva le cene che voleva con chi voleva, questa è la rassegna stampa di oggi a seconda della piega politica del media che aprite.

Forse sarebbe stato utile dare un po' più di spazio ad una interessante notizia apparsa su Swissinfo.

Risulta infatti che Hu Jintao, il presidente cinese, è in visita negli USA, con cena con Barack Obama incorporata. Molti sono gli articoli che abbiamo letto oggi riguardo le due grandi nazioni, l'ipotetico sorpasso, le riserve valutarie di Pechino, ma questo li batte tutti - ed è anche uno dei più ignorati.


Cambi: Hu agli Usa, sistema a base dollaro è vecchio

NEW YORK - Un sistema basato sul dollaro è un sistema vecchio. È tempo di cominciare a pensare a qualcosa più al passo coi tempi, dentro al quale la Cina vuole legittimamente avere un ruolo e giocare la sua partita.

È questo il messaggio che il presidente cinese, Hu Jintao, ha voluto sottolineare all'amministrazione Obama alla vigilia della sua visita di Stato a Washington.

In una rara intervista scritta concessa agli americani Washington Post e Wall Street Journal, Hu Jintao auspica che Cina e Stati Uniti possano e vogliano trovare "terreni di incontro di reciproco e mutuo interesse per rafforzare" le loro relazioni".

Ma un dato è certo: nel suo incontro con Obama, a Hu interessa soprattutto parlare di dollaro e di cambio internazionale.

Consapevole che la Cina possiede la gran parte del debito pubblico americano.

È alla luce di questo dato che alla vigilia della sua visita Hu Jintao ha esplicitamente parlato come di un "prodotto del passato" un sistema monetario internazionale fondato sul dollaro.

Nello stesso tempo Hu Jintao si è detto convinto che oggi il dollaro "debba essere mantenuto ad un livello ragionevole e stabile". Da questo punto di vista - ha ammesso Hu - non c'è ancora spazio per lo yuan.

Il processo che porterà la moneta cinese ad affermarsi sul piano internazionale sarà "un processo giustamente lungo". Ma sia chiaro che a Pechino vi è una posizione chiara per quanto riguarda gli equilibri monetari internazionali: "un sistema basato sul dollaro è un prodotto del passato".

Quello della moneta, debolezza dello yuan compresa, non sarà il solo argomento di cui Obama e Hu parleranno nei loro ripetuti incontri alla Casa Bianca. Nell'intervista ai due giornali americani il presidente cinese Hu ha anticipato che la situazione nella Penisola Coreana sarà certamente tra i temi in discussione.

Asianews aggiunge:

Sulla questione cardine delle valute, la Cina avverte che non accetterà le richiesta di Washington, che ritiene lo yuan sottostimato e preme per un robusto apprezzamento.

Gli Usa lamentano che la Cina ha così un ingiusto vantaggio negli scambi commerciali, invadendo i mercati con prodotti economici.

Ma Pechino rifiuta ogni revisione del cambio, a difesa della sua produzione e per timore della perdita di posti di lavoro. Gli Usa sperano che la Cina debba apprezzare lo yuan per combattere la rapida inflazione, ma Hu ha chiarito che “è difficile che l’inflazione possa essere determinante sulla politica dei cambi valutari
.

Della serie: noi andiamo per la nostra strada e per il resto sono problemi vostri.

E' tutto, e direi che non c'e' molto da aggiungere. Questa non è una novità per gli affezionatissimi di Informazione Scorretta, che già sapevano che questo momento era vicino.

Vi segnalo i nostri ringhia e fa la voce grossa Pechino e meglio valuta forte o valuta debole?

Saluti felici

Felice Capretta

ps: la situazione in Tunisia sembra stia iniziando a normalizzarsi. C'e' il blogger che ha raccontato la rivoluzione che è stato nominato sottosegretario allo sport e gioventu' (già), c'e' mezza classe politica al potere di nuovo al potere, c'e' mezza opposizione al potere, c'e' la mafia al potere: gattopardescamente, tutto è cambiato....affinchè nulla cambi.

venerdì 14 gennaio 2011

Cause rivolta Tunisia, Parte seconda , l'ascesa e la caduta di Ben Ali, gli intrecci con i servizi, il gasdotto e Bettino

Segue dalla prima parte "cause della rivolta in Tunisia" , se l'avete persa potete cliccare qui.

Nel frattempo, la situazione in Tunisia resta eterogenea ed altamente volatile. Mentre scriviamo, gingono notizie di elevata destabilizzazione, con la continuazione dei saccheggi e discontinuità di forniture di cibo e benzina.

Inoltre, in Tunisi città continuano a circolare auto con individui armati a bordo che sparano all'impazzata senza nessun apparente obiettivo reale. Secondo alcuni, sarebbero milizie fedeli a Ben Ali. La polizia, o almeno la parte di essa che continua a cercare di tamponare gli episodi più gravi, avrebbe fermato una di queste auto per poi inseguire gli occupanti, definiti "stranieri" fino all'interno di un palazzo in cui si erano asserragliati altri armati. Si è poi innescata una violenta sparatoria tra polizia ed esercito da una parte ed il gruppo armato nel palazzo dall'altra.

Proseguiamo con la seconda parte dell'articolo...


L'ascesa e la caduta di Ben Ali e l'amico Craxi

Correva l'anno 1987. Il mondo stava per cambiare. E Gorbaciov per la prima volta parlava di Perestrojka e di Glasnost al Soviet. C'era ancora l'Unione Sovietica, by the way, e la propaganda americana usava l'arma della guerra fredda per mantenere potere sul telecittadino euroccidentale.

In Italia, Goria (chi se lo ricorda?) era presidente del Consiglio, anche se i governi cambiavano come cambiava la moda di quegli anni. La barca-paese iniziava ad imbarcare acqua, ma pochi se ne rendevano contro e finchè la barca andava, la si lasciava andare.

Milano era la citta' da bere, tutti sapevano che i socialisti rubavano a mani basse e sui giornali c'era la famosa vignetta di Forattini (mi pare) che faceva il verso alla pubblicità della Lancia Y10, quella con il portellone tagliato giù con una riga netta:

"Hai visto chi c'e' sulla Y10? Craxi!"

"Ehi, ma.... è la mia!!!"

I politici si inventavano poltrone e governi e se li scambiavano come le figurine. Una volta volevano sostituire Altissimo con Formica.

Quando accendevi la televisione, le facce da camorristi erano le stesse sia se guardavi il maxiprocesso sia se guardavi Tribuna Politica. La seconda era un po' più noiosa.

(non che sia cambiato qualcosa, ma - ehi - i farabutti almeno avevano la discutibile autorità che emana un boss mafioso, alcuni avevano studiato e bisogna riconoscere che, se non intelligenti, erano furbi. i farabutti di oggi sono incapaci, ignoranti, e pure inetti. Ehi, guarda, "le tre i". )

In questo bel quadretto, i politici italiani avevano capito che in europa ci prendevano tutti a calci nel didietro, e iniziaro il nuovo decennio italiano (gli americani avevano il nuovo secolo americano...italiani, eterni secondi) in cui il destino manifesto dell'italica nazione era non già quello di competere con difficoltà ad armi pari con le più grandi nazioni europee, ma primeggiare tra le nazioni del mediterraneo, in particolare tra le nazioni arabe.

Già.

Quell'anno sale al potere Ben Alì e ci rimane fino all'altroieri.

Ora, un altro passo indietro.

Il gasdotto algerino minacciato

Nel 1983, i rincari dei generi alimentari di prima necessità, in particolare dei cereali (ehi guarda, che combinazione) avevano scatenato le prime proteste di piazza. Inoltre si stava verificando la prima ascesa dei fondamentalisti islamici. Finanziati e sospinti da...gli affezionati lettori possono immaginare.

Bourguiba, il padre della patria nonche' leader della lotta per l'indipendenza del Paese, al potere dal 1957, stava iniziando ad essere messo in discussione. La Tunisia inizia ad essere destabilizzata, gli islamici iniziano a minacciare il potere ed un paese così instabile inizia ad essere una minaccia per il tratto terminale del gasdotto algerino.

Sì, perchè il tratto terminale del gasdotto algerino che riforniva l'ENI e l'Italia del prezioso metano algerino passava (e passa tuttora) per il nord della Tunisia.

Così Algeri, per tutelare le sue esportazioni di gas verso il ricco mercato italiano minacciate dalla crescente destabilizzazione dell'area, stava iniziando a valutare la possibilità di una azione armata sulla Tunisia per riportare stabilità nell'area e salvare il gasdotto.

E qui entra in scena Bettino, che con questa mossa si assicura il porto sicuro in Tunisia, dove trascorrerà, beato latitante, i suoi ultimi anni di vita.

Nel 1984, Craxi si reca in visita ufficiale ad Algeri e gli algerini lo informano delle loro intenzioni.

Bettino, in compagnia del Sismi e in accordo con Andreotti, riesce infatti a convincere Algeri a non intervenire. Si sarebbe occupata l'Italia di contribuire alla stabilità della Tunisia. La persona su cui cadde la scelta convergente della politica italiana, dei servizi italiani, dei servizi algerini e di tutti i poteri in causa, libici inclusi, fu una sola: l'ex capo dei servizi segreti tunisini e ministro dell'interno: il Generale Zin el Abidin Ben Ali.


Nel giro di due anni l'operazione si compì con successo.

La notte del 6 novembre 1987, sette medici firmarono un referto che certificò l'incapacità di Habib Burghiba. Il primo ministro, il Generale Ben Alì, divenne presidente della Tunisia.

E c'e' da scommettere che da allora Ben Alì fu molto grato agli italiani ed a Bettino.

Tant'e' vero che da quel giorno si apre una lunga epoca di collaborazioni sulle due sponde del Mediterraneo, con sostegno economico ed investimenti italiani in Tunisia e grandi dichiarazioni di amicizia.

Al punto che, quando la folla urlante a Roma davanti all'Hotel Rafael quasi linciava Bettino in fuga dall'Italia, fu proprio Ben Alì ad accogliere Craxi nella sua Hammamet, e lì a dargli ospitalità per il resto della sua vita.

Ben Alì doveva aver imparato moltissimo dai socialisti e dagli italiani. Rapidamente, infatti, la sua famiglia inizio' ad infiltrarsi sempre di più nella rete politico-economica del paese. Persona chiave, la moglie di Ben Alì ed i suoi figli. Banche, editoria, trasporti, perfino l'importazione delle Fiat, tutti settori saldamente in mano alla famiglia di Ben Alì.

Finchè la popolazione non l'ha preso a calci nel didietro.

Curiose coincidenze.

Potete approfondire in questo gustoso articolo apparso su Repubblica nel 1999


E oggi?

Come accennavamo in apertura, la situazione resta delicata.

Al Jazeera riporta di interi quartieri che si sono organizzati per difendersi da soli, dal momento che la sicurezza in molte aree non è garantita. Se non altro, riporta un residente, "una volta avevamo paura a guardarci in faccia, oggi ci teniamo per mano e ci difendiamo l'un l'altro".

Nel frattempo, in Algeria si è dato fuoco per protesta una quarta persona.

E ad Amman, Giordania, è in corso una manifestazione contro il carovita. Anche se in Giordania è il governo ad essere messo in discussione, non la Corona, che presso la popolazione gode di particolare popolarità (constatata di persona).


Corsi e ricorsi

Riportiamo per dovere di cronaca la cronologia delle rivoluzioni che fecero cadere i regimi dell'europa dell'Est nel 1989.

Febbraio-aprile Si aprono i negoziati aperti fra Solidarnosc e il partito comunista polacco

Marzo 80.000 manifestanti nelle strade di Budapest per chiedere democrazia. Si forma una coalizione di opposizione

4-18 giugno Elezioni semi-libere in Polonia, stravince Solidarnosc

27 giugno I Ministri degli esteri ungherese e austriaco tagliano insieme la barriera del confine che divide i due Paesi

19 agosto Picnic pan-europeo, per festeggiare l'apertura simbolica del confine fra l'Austria e l'Ungheria per tre ore

23 agosto Catena baltica - due milioni di persone si danno la mano dalla Lituania all'Estonia passando per la Lettonia, per protestare contro il patto Molotov-Ribbentrop

24 agosto Tadeusz Mazowiecki (Solidarność) diventa premier polacco dopo che i Comunisti non riescono a formare il governo. E' il primo governo non-comunista dell'Europa dell'est.

11 settembre Oltre 13.000 tedeschi dell'est scappano dal loro Paese per andare all'ovest passando per l'Ungheria, che non li rimpatria. La Cortina di ferro fra l'Austria e l'Ungheria è caduta.

7 ottobre Il partito comunista ungherese si scioglie - è il primo di tutto il blocco sovietico

18 ottobre A seguito di ripetute manifestazioni, il presidente della Germania dell'est Erich Honecker si dimette

4 novembre Più di un milione di persone manifesta ad Alexanderplatz, Berlino

9 novembre In seguito alle proteste e alle fughe, il governo della Germania dell'est toglie la proibizione di attraversare il confine: cade il muro di Berlino

17 novembre Inizia la 'Rivoluzione di Velluto' - la polizia irrompe violentemente in una manifestazione di giovani e studenti a Praga, ma la protesta continua in tutta la Cecoslovacchia. Le dimostrazioni a Praga contano circa 800.000 manifestanti, raggiungono i 100.000 a Bratislava.

16 dicembre La protesta contro il Governo esplode a Timisoara, in Romania, e presto raggiunge Bucarest. Il dittatore Nicolae Causescu parla alla folla dal balcone del palazzo presidenziale, ma presto cominciano i fischi e l'incontro si trasforma in caos: esplode la rivoluzione in Romania.

25 dicembre Esecuzione di Causescu

Nei mesi seguenti, i Paesi baltici dichiarano la loro indipendenza, nonostante l'ultima reazione militare sovietica.



saluti felici

Felice Capretta

Cause rivolta Tunisia, scontri, parte prima



Le proteste in Tunisia sembrano essere giunte ad un momento di svolta.

La situzione non è chiara, in molti ieri sera hanno gridato alla vittoria dopo le dichiarazioni e le aperture piene di Ben Alì, eppure permane ancora il feeling dell'incertezza.

Nel post precedente avevamo accennato alla correlazione tra aumenti del prezzo degli alimentari e proteste di piazza.

Il che è accaduto e, come spesso accade, è stato sicuramente una delle scintille che ha contribuito ad appiccare il fuoco su vasta scala alla Tunisia oltre che all'Algeria.

Tuttavia, la stampa allineata occidentale si è fermata qui nell'approfondire la cosa, intitolandola "la protesta del pane" e descrivendo accuratamente il numero di molotov lanciate e contando con maggiore accuratezza possibile le vittime, i feriti, i graffiati, le gomme bucate, i criceti affamati e le lucertole con il mal di pancia.

Per non parlare degli acari con gli acufeni, che, com'e' noto, in Tunisia è una vera e propria piaga per i poveri insettini della polvere.

(pare che mediaset stia organizzando un telethon sui tre canali per la raccolta fondi a sostegno di questa nobile causa)

Risulta, come sempre, che la protesta sia un po' diversa da come ce la raccontano, e ha radici un tantino più particolari di quello che ci dicono.


Se pensi che sia una piccola protesta, guarda qui

Se sembra che le proteste hanno preso vigore solo da qualche giorno, in corrispondenza della morte del venditore ambulante che si è dato fuoco.

Sono invece tre settimane che gli scontri sono iniziati. In realtà, la prima scintilla risale al 17 Dicembre.

E proseguono in tutto il paese, e hanno raggiunto Tunisi in occasione del caso del venditore ambulante.

Questa è una mappa degli scontri presa da Al Jazeera mentre scriviamo.

Il link in aggiornamento è questo.






Qualcosa di più

Pane? Olio? Barbecue di venditori abusivi? E se ci fosse dell'altro?

Un testimone ha dichiarato ad Al Jazeera che le proteste "non sono solo questione di disoccupazione, è una questione di libertà di espressione, libertà di assemblea, tutte le libertà". E' questione di un governo che per 23 anni ha governato con pugno di ferro, censura, disparità sociali e corruzione eretta a sistema.

Quindi le proteste, almeno nella voce dei manifestanti, sono dovute a:
  • carovita
  • corruzione diffusa
  • disparità sociali
  • crisi economica
  • disoccupazione
  • libertà di espressione
  • libertà di assemblea
  • libertà come persone

e sembra un po' di vedere una rapida escalation delle cose che fanno riflettere.


Libertà di espressione in Tunisia: più che vera internet, abbiamo una intranet nazionale

Il governo, fino a ieri, aveva pesantemente irregimentato l'accesso ad internet, con una forte censura online e pesanti limitazioni alla libertà di espressione.

La maggior parte dei siti di video sharing erano stati bloccati dal governo anni fa.

Sofiene Chourabi, giornalista della rivista Al-Tariq al-Jadid e famoso blogger, noto per la sua feroce critica alle autorità tunisine, non è stato in grado di recuperare le password del suo account Facebook e di posta dopo che gli account sono stati piratati alcuni giorni fa.

Online, Azyz Amamy ha scritto "qui non abbiamo una vera e propria internet, abbiamo una intranet nazionale"

Chourabi ha dichiarato ad Al Jazeera "il mio account facebook, e quello di circa 4200 amici, è stato oggetto di un fallito tentativo di hacking lo scorso venerdì, ma l'ho recuperato rapidamente dopo che una persona ne aveva preso il controllo".

Lunedì, Chourabi è rimasto chiuso fuori dai suoi account. Ritiene che l'Agenzia tunisina per internet (meglio nota in Tunisia come "Ammar 404" o "Pagina non trovata") fosse responsabile per l'attacco ai suoi account. L'agenzia aveva bloccato l'accesso alla sua bacheca di facebook ed ai suoi blog già dall'ottobre del 2009 dall'interno della Tunisia.

Il furto delle password pare che sia avvenuto con uno stratagemma piuttosto furbo, anche se non particolarmente intelligente: sabato scorso il protocollo HTTPS è diventato non disponibile in tutta la tunisia. Questo ha spinto gli utenti web ad usare il protocollo HTTP standard (non crittografato).

Per i meno informatizzati: quando vi collegate alla vostra banca o al vostro account di posta per inserire le vostre credenziali di accesso, dovreste notare che l'indirizzo inizia con HTTPS. Quella "S" in più vi dice in sostanza che le informazioni che spedite dalla vostra tastiera al server sono come una lettera chiusa in una busta abbastanza ben protetta ed al riparo dagli occhi indiscreti del personale delle poste o da chiunque passi di lì per caso o per intenzione.

Tutto cio' che invece passa sul protocollo http, come queste pagine che vedete, o il protocollo email (il più delle volte), o la maggior parte i vostri commenti, viaggia dalla vostra tastiera al server come una cartolina postale, dove chiunque - dal postino a chiunque passi di lì - puo' leggere quello che c'e' scritto.

E se qualcuno è intenzionalmente in ascolto, e vi collegate al vostro account facebook tramite protocollo http e non https, quel qualcuno puo' vedere le vostre password e divertirsi un po'.

Cosa che il governo ha fatto.


La testa di Ben Ali

La testa di un ministro è già rotolata: il presidente Ben Ali, che sembra la brutta copia di Berlusconi (il che è tutto dire), ha licenziato il ministro degli interni.

Ieri sera il presidente è apparso in TV e con l'occhio spento ed il viso di cemento ha annunciato:

  • nel 2014 non si ricandiderà
  • i prezzi dei beni saranno abbassati (?)
  • la censura sarà alleviata, e subito dopo i principali siti bloccati hanno ricominciato ad essere accessibili in Tunisia
  • sarà aperta una inchiesta sugli omicidi dei manifestanti compiuti dalle forze dell'ordine

Cio' e' bastato per far gridare alcuni al successo su tutta la linea (potenza delle parole). La popolazione pare che si sia riversata nella centralissima Avenue Burghiba, alcuni per festeggiare, sfidando apertamente per l'ennesima notte consecutiva un coprifuoco notturno che le forze dell'ordine non si sono mai realmente messe ad applicare, vista la situazione.

Dopotutto, quando sente la folla inferocita sotto casa, anche il peggiore degli ingannatori ha un improvviso barlume di lucidità.

Sarà l'istinto di autoconservazione.

Eppure, come hanno fatto notare in molti, per il momento si tratta solo di grandi e belle promesse, ma la strada è ancora tutta in salita. Si fa presto a dire "pace e prosperità", si fa presto a dire "un milione di posti di lavoro". Ormai non ci crede più nessuno, a parte una percentuale di italiani.

Forse non è Ben Alì ad essere la brutta copia di Berlusconi.

Forse è Berlusconi ad essere la copia in grande di Ben Alì.

Italiani, eterni secondi.

Saluti felici

Felice Capretta


PS: seconda parte qui: l'ascesa di Ben Alì, l'intreccio del gasdotto algerino, il golpe del 1987, la mano dei servizi italiani, i servizi algerini, l'entrata in scena di Bettino che si assicura il buen retiro di Hammamet e molto altro...

AGGIORNAMENTO VENERDI ORE 22.40 e` ufficiale: ben ali ha lasciato il paese, fuggito paare in un paese del golfo persico. L`esercito ha preso il controllo dell`aeroporto e il potere, secondo la costituzione, e` in mano al premier.
AGGIORNAMENTO SABATO ORE 07.26 ben ali si e` rifugiato in arabia saudita. non ci sono ancora notizie su come sia trascorsa la notte e in che misura il coprifuoco sia stato rispettato. voci non confermate parlano di saccheggi a cui avrebbero partecipato anche agenti di polizia. non e` chiaro se lo spazio aereo sia stato riaperto.

giovedì 13 gennaio 2011

Grecia, sciopero in corso per l'aumento del 40% del biglietto dei trasporti pubblici

Mentre arrivano da alcuni giorni segnalazioni e servizi tv sugli scontri in Algeria ed in Tunisia per l'aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, segnaliamo questa interessante notizia da swissinfo

Grecia: sciopero trasporti paralizza Atene

ATENE - In Grecia uno sciopero di 24 ore di tutti i trasporti pubblici urbani greci sta mettendo di nuovo in ginocchio la capitale Atene, mentre il governo di Giorgio Papandreou ha varato una riforma del settore per cercare di salvarlo dalla bancarotta.
Autobus, tram e metropolitana si fermano per tutta la giornata dopo settimane che i sindacati lottano contro nuovi tetti salariali senza l'intenzione di fare marcia indietro.

La protesta, portata avanti malgrado un tribunale l'avesse dichiarata illegale all'ultimo minuto, sta provocando ingorghi sulle tangenziali e al centro della capitale, per il fatto che molti privati hanno fatto ricorso ai propri mezzi per spostarsi.

E la situazione peggiorerà ancora durante la giornata a causa di cortei e di una grande manifestazione indetta da insegnanti e studenti per commemorare l'uccisione di un docente di sinistra e denunciare i tagli alla scuola.

Il governo, nel quadro del piano anticrisi, ha approvato ieri una riforma dei mezzi pubblici su cui pesano oggi grandi passivi, che solo ad Atene ammontano ogni anno a 600 milioni di euro.

Il ddl prevede concentrazioni di compagnie, riduzioni di personale pari a 1.500 unità, che saranno trasferite ad altri settori dell'amministrazione statale dove ci sono carenze, e stretti controlli di bilancio, insieme ad aumenti dei prezzi che da febbraio toccheranno in qualche caso il 40%.


Bloomberg ci fa notare che il ministro dei trasporti Spyros Vouyias ha dichiarato al Parlamento che "i greci hanno il trasporto pubblico meno caro d'Europa".

Il che non dovrebbe essere un incentivo ad alzare i prezzi, dal momento che i greci (insieme agli italiani) hanno i salari medi più bassi d'europa.

Cioè, non è che il ministro del Burkina Faso, per quanto abbia un sistema ferroviario efficiente, si mette ad alzare il prezzo di un viaggio di 100 km al prezzo del sistema ferroviario francese solo perchè il Burkina Faso ha il trasporto ferroviario meno caro del mondo.

Questa argomentazione, manifestamente da disturbo psichiatrico, ha naturalmente ottima presa sulla coalizione di governo, che sostiene con gioia la proposta.

Sarà la legge dell'attrazione: l'idiota si circonda di idioti, o come a dire che i coglioni vanno sempre in coppia, ahem.

Anche se, in realtà, bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare e agli italiani quello che è degli italiani: l'intelligente argomentazione su portata anni fa proprio dall'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, che qualche anno decise di alzare il costo dei biglietti dei treni perchè "gli italiani hanno il trasporto ferroviario meno caro d'Europa".

Italiani, eterni secondi, primi quando sarebbe proprio da evitare.

Comunque, per raccontarla tutta, ad Atene si paga circa 1 euro per la corsa semplice.
Anche in Italia la corsa semplice in metropolitana costa un euro.

Quindi in un certo senso il ministro ha ragione: il prezzo del biglietto è il più basso d'europa, insieme all'Italia. L'italico paese che una volta ambiva a sedersi al fianco di Francia e Germania, ora si trova accoumunata sempre più spesso alla Grecia. Culturalmente è un onore, economicamente un po' meno.

Per la cronaca, la proposta greca consisteva nell'alzare il prezzo del biglietto a 1.40 euro.

Sicuramente servirà a rilanciare l'economia.

Infatti il popolo festeggia.

Perchè ci crede.

Saluti felici

Felice Capretta

PS: ehi, guarda, aumenti dei prezzi e proteste nelle strade.