venerdì 29 maggio 2009

Eurostat: Inflazione 0% zona euro

I missili coreani su tutti i giornali, ormai, fanno sbadigliare anche le capre, come ci mostra il simile qui a lato.

Eppure sarebbe bastato fare un po' più attenzione ai segnali economici che stanno affluendo, per quanto possano avere significato ormai, per dare qualche notizia un minimo degna di nota.

Scopriamo infatti che l'inflazione nell'Eurozona ha raggiunto il minimo storico.

A Maggio siamo a zero, mentre ad aprile si era fermata a 0,6%.

Inflazione zero è la porta della deflazione.
Se vi siete persi le puntate precedenti, guardate qui..

Parte 1 - Inflazione
Parte 2 - Deflazione


Infine, per la serie "Le pompose dichiarazioni della Grandissima Depressione", ospitiamo oggi Dominique Strauss-Kahn, sommo pontefice del Fondo Monetario Internazionale, che prevede una ripresa dell'economia per la primavera del 2010.

Con questo è tutto.

Buon ponte a tutti gli affezionati lettori... dovunque siate.

Saluti felici e a rileggerci il 3-4 giugno!

Felice Capretta

giovedì 28 maggio 2009

Lieberman: la pace? Una perdita di tempo

“Non abbiamo avuto niente da tutta la 'industria della pace' tranne conferenze in hotel a 5 stelle e uno spreco di denaro”.

Questo è quanto Avigdor Lieberman, il ministro degli esteri israeliano noto per i suoi modi di fare raffinati ed illuministi, ha dichiarato al ministro Frattini durante il loro incontro a Roma a inizio Maggio.

Naturalmente la stampa nostrana si è guardata bene dal pubblicare queste affermazioni.

Sempre lui si è lasciato andare nell’affermare che la soluzione a due stati è diventata uno slogan ripetuto che era stato pensato per i titoli dei giornali.

Già.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 26 maggio 2009

Bancarotta General Motors, Giappone -85% surplus commerciale

La bancarotta annunciata per General Motors è ormai a un passo.

Prima di entrare nel merito della notizia, pero', vi proponiamo un rapido sguardo alle notizie di cronaca, anzi, alla notizia di cronaca.

Lungi dal placarsi, continuano infatti le menate sulla diciottenne Noemi e berlusconi. Il Mattino di Napoli fa lo scoop e intervista il padre di Noemi, personaggio-chiave della vicenda.

L'intervista è piuttosto interessante.

Benedetto Letizia, il padre di Noemi, fornisce infatti l'ennesima versione diversa sul dove & quando ha conosciuto berlusconi. Oggi sostiene di averlo conosciuto ad un comizio, che è la versione che si sta consolidando con il passare del tempo.

Il colpo di fulmine sarebbe nato con l'omaggio di alcune cartoline antiche.

Come avrà fatto ad avvicinarsi, con tutte le guardie del corpo che lo circondano?
E come avrà fatto ad avere il tempo di spiegargli che sono antiche, le cartoline?

Mhm.

Ehi guarda, due cartoline antiche.




Suggeriamo agli affezionati lettori di portarsene sempre un paio di etti in tasca come utile talismano.

Aprono tutte le porte.

Comunque poi Benedetto perde il figlio.

E qui incolliamo uno stralcio dell'intervista.

Un dolore indescrivibile [...] uno choc per me, mia moglie e la piccola Noemi. Feci arrivare la notizia al presidente e due giorni dopo mi viene recapitata una lettera scritta a mano da Berlusconi in persona, accorata, toccante.

Mi pare che anche un affezionato lettore abbia scritto un bel po' di lettere a berlusconi, eppure il premier non gli ha mai risposto. Forse l'affezionato lettore non gli ha regalato la cartolina antica giusta...

Ancora il Letizia:

verso Natale di quell'anno, doveva essere metà dicembre [...] io e la mia famiglia andammo a Roma per acquisti e passando per il centro storico della città, pensai che era la volta buona per presentargli mia moglie e mia figlia

Ma certamente.

Anche noi, di passaggio per Roma, avevamo pensato di passare a presentargli il nostro pappagallo addestrato al vaffanculo, ma poi abbiamo pensato che ...forse... la security ci avrebbe mozzato le dita prima di arrivare al citofono di casa sua.

Pero' se hai la cartolina antica giusta, ti aprono le porte di casa.

Hai capito...



Passiamo alle cose interessanti ora, come promesso, visto che i TG non se ne occupano.

Per General Motors sarebbe inevitabile la bancarotta. Bancarotta, il termine usato, non è quello più corretto. Si tratta infatti del Chapter 11, una procedura simile alla nostra amministrazione controllata.

Il che comunque non è esattamente un buon segno, tanto più che GM si è già divorata come se fossero pasticcini qualcosa come quasi 20 miliardi di dollari di aiuti dello stato (indovina chi paga?), di cui 4 miliardi di dollari solo pochi giorni fa.

Casomai vi fosse sfuggito, si parla di miliardi di dollari, non di milioni. Miliardi!!

Ciliegina sulla torta, il governo americano potrebbe nazionalizzare GM ed acquisirne il 70%.

Un ottimo affare per la popolazione americana.

Gia'.


Per finire, cose buone dal mondo (come diceva Kraft, marchio di Philip Morris, quelli delle sigarette):

  • In aprile, il Giappone ha registrato una diminuzione del surplus commerciale dell'85% (link)
  • Sempre in aprile, sempre in Giappone, l'export si è contratto del 40% circa (link)
  • In Russia il PIL ha perso il 10% nei primi 4 mesi dell'anno (link)
  • Il Sudafrica è ufficialmente entrato in recessione per la prima volta negli ultimi 17 anni, con una perdita di più del 6% del PIL nel primo trimestre del 2009.


Saluti felici

Felice

lunedì 25 maggio 2009

Onora il padre (e la madre)

In attesa della terza parte del GEAB Report prevista per domani (qui la prima e la seconda parte), vi proponiamo la notizia rilevante del weekend: la famosa pornostar tedesca Cora, diciannovenne, ha tentato un record di performance ma ha dovuto rinunciare dopo poco meno di un’ora.

Le diverse testate riportano un numero discordante di partner e di minutaggio. Noi per decenza evitiamo di entrare nei dettagli, che troverete facilmente sui motori di ricerca, e preferiamo chiederci se non sia il caso di riflettere sul concetto di pornodiva diciannovenne.

Sarebbe stato più interessante, e meno morboso, dedicare spazio al feedback ricevuto in patria da Netanyahu, al suo rientro in Israele dopo l’incontro con Barack Obama.

Già Netanyahu aveva detto a chiare lettere la settimana scorsa che la soluzione a due stati “non s’ha da fare”. La soluzione che il resto del mondo ormai ritiene l’unica praticabile non è nei piani di Israele. Netanyahu si è invece detto favorevole ad una generica “forma di autogoverno” dei palestinesi.

Ossequiosamente, Obama accetta ed esegue.

Onora il padre, dicono i comandamenti.

Sentiamo cosa dice la madre...

Non fermeremo la costruzione degli insediamenti”, non permetteremo agli americani di dettare la nostra politica: queste le parole pronunciate sabato dal Ministro per gli Affari Strategici Moshe Ya’alon in riferimento alla timida richiesta americana di fermare gli insediamenti ilegali in cisgiordania formulata, appunto, settimana scorsa da Barack Obama.

Leggiamo ancora Ya’alon:

Gli insediamenti non sono la ragione per cui il processo diplomatico è fallito

[...]

Gli insediamenti non sono mai stati un ostacolo alla pace in nessun modo [durante i discorsi tra Obama e Netanyahu]. Anche quando Israele si è ritirata da ampie (sic) fette di terra, il terrorismo ha continuato.

Già. Risulta invece diversamente.

L’ articolo “In Palestina, la pace è ostacolata dalla crescita dei coloni in Cisgiordania, dice l'Onu” cita il famoso rapporto delle Nazioni Unite del settembre 2007 sull’impatto degli insediamenti israeliani in Cisgiordania: "[...] le Nazioni Unite hanno diffuso un avvertimento secco secondo il quale la crescita costante degli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata sta mettendo a repentaglio le prospettive di pace”.

(report completo, in inglese: “The Humanitarian Impact on Palestinians of Israeli Settlements and Other Infrastructure in the West Bank” in PDF).


Continuiamo l’allegra lettura delle dichiarazioni di Ya’alon:


Tutto quello che abbiamo ottenuto è stato un “Hamastan”.

Già. Si sono ritirati e tutto quello che hanno ottenuto è uno stato dove governa Hamas, il che non ci stupisce, dato che Hamas è stata regolarmente eletta dai palestinesi di Gaza.

Ancora:

“Non fermeremo l’espansione degli insediamenti che è la conseguenza della nostra crescita naturale. Ci sono persone che vivono lì, che allevano i loro figli lì. Dobbiamo costruire case per le famiglie – non è questo che pregiudica la pace.

Israele ha bisogno di spazio vitale per la sua crescita naturale.

Ci ricorda sinistramente qualcosa... che va via in un lampo, con un battito di ciglia, che con un soffio si disperde e lascia spazio alla foto che abbiamo scelto in alto, all'inizio del post.

Saluti felici

Felice Capretta

venerdì 15 maggio 2009

Obama, debito USA insostenibile

Obama, il debito USA è insostenibile

Grazie ai nostri affezionati lettori sempre vigili, apprendiamo senza particolare sorpresa delle avvisaglie dell'inevitabile default degli Stati Uniti direttamente dalla bocca di Barack Obama in persona.

Prima però apriamo con le consuete nefandaggini della stampa allineata. Su Tgcom di oggi, campione di disinformazja, leggiamo un meraviglioso esempio di doublethink (o di schizofrenia, che dir si voglia).

Titolone centrale

Istat, giù il Pil del primo trimestre: -5,9%

Sottotitolo

Secondo l'Istituto di statistica il peggioramento rispetto allo scorso trimestre è del 2,4%.

Si tratta del dato peggiore dal 1980

Ancora nello stesso, medesimo titolone

Berlusconi: "Segni di miglioramento"

Già.

...

Uh, guarda, una capretta.

Citiamo una riflessione di Maurizio Blondet, nell'articolo dall'eloquente titolo "Felici nelle mani di un pazzo":

Ho già scritto altre volte che Berlusconi, verosimilmente, soffre di un disturbo psichico.

Nella sua forma clinica, conclamata e grave, il disturbo si chiama «mania», ed è in qualche modo il contrario della depressione.

[...]

Di questo diturbo esiste però una forma più lieve, sub-clinica, molto ben studiata. Ed è un disturbo, lo si creda o no, socialmente «gradevole». L’ipo-maniaco (si chiama così) è intriso di fiducia in sè e di energia; «pensa positivo»; può lavorare per diciannove ore al giorno; si fa notare come amico generoso, impulsivo e trascinatore; contagia gli altri coi suoi entusiasmi e progetti audaci; piace alle donne per la sua vitalità sessuale. E spesso, la sua impulsività ha successo. Gli dà una marcia in più nella vita sociale.

Già nel 1958 uno psichiatra di nome Kurt Schneider descriveva questa personalità «ipertermica» (molto «calda») con questi aggettivi: «Sempre di buonumore, ultra-ottimista, esuberante, ingenuo; vanitoso, vanaglorioso, grandioso; vigoroso, traboccante di progetti, improvvido; gran parlatore, affettuoso, estroverso; indiscreto, importuno; disinibito. Cerca perennemente stimoli; sessualmente promiscuo».

Giudichi il lettore se questo non è il ritratto di Berlusconi.


Passiamo ora alla notiziona succosa: di fatto, Barack Obama ha annunciato il default.
L'equivalente economico dell'opzione nucleare.

Ecco una traduzione dell'articolo segnalato tra i commenti.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ieri ha prospettato che la Cina ed altre nazioni potrebbero cessare di acquistare titoli del debito pubblico americano, e ha dichiarato che gli USA devono fronteggiare il (problema del) debito per evitare danni economici di lungo periodo.

Il deficit di lungo periodo ed il debito che abbiamo accumulato non è sostenibile.

Non possiamo continuare a prendere soldi a prestito dalla Cina o dalle altre nazioni

Dobbiamo pagare interessi su quel debito e in questo modo stiamo ipotecando il futuro dei nostri bambini con sempre più debito


Obama ha dichiarato che la situazione del debito creerebbe ulteriori problemi se nazioni straniere come la Cina perdessero il loro appetito per i buoni del tesoro americani.

E’ anche vero che ad un certo punto si stancheranno di comprare i nostri debiti

[...]

e quando questo accade, dobbiamo alzare i nostri tassi di interesse per essere in grado di prendere a prestito, e questo alzerà i tassi di interese per tutti.


Forse Obama legge Informazione Scorretta.

Hellooooo, Mr Obamaaaa!

(citazione ipo-maniacale)

saluti felici

Felice Capretta

giovedì 14 maggio 2009

Germania, piano per bad bank di salvataggio dell'economia, o Il gioco delle tre carte di Angela Merkel

Germania, piano per bad bank di salvataggio dell'economia

(Il gioco delle tre carte di Angela Merkel)

Oggi il Papa dirà Messa al Monte del Precipizio.

Auguriamo al Pontefice che la cerimonia serva a fare un passo avanti.

Ehm.

La rassegna stampa di oggi non comprende molto altro, fatto salvo un utilissimo articolo apparso su City, quotidiano gratuito in distribuzione sui mezzi pubblici, riguardo l'impatto ambientale delle pratiche sessuali degli inglesi.

Si consiglia l'acquisto in stock di preservativi onde risparmiare sugli imballaggi.

Sorvoliamo sugli altri dettagli.

Forse City avrebbe potuto dedicare quello stesso spazio ad una interessante, quella si, notizia sul piano tedesco per fronteggiare il tema degli asset tossici.

In Germania sarebbe allo studio del Parlamento uno stimolo da 800 miliardi di euro.
Non c'e' male. In più creazione di una bad bank.

Questi i 5 punti principali:

  • 1) partecipazione volontaria
  • 2) gli asset tossici di ogni banca saranno quotati sulla base di un "valore equo" definito da una terza parte
  • 3) ogni banca ritaglia al suo interno una nuova società (tecnicamente un SPV, Special Purpose Vehicle, una entità legale creata all'interno di una società di capitali) e trasferisce lì i suoi asset tossici
  • 4) ogni SPV emette verso la banca titoli di debito garantiti dal governo, a fronte di una rendita garantita fino a 20 anni di durata
  • 5) la rendita abbatte le perdite dell'SPV
  • 6) la rendita sarà ripagata o con dividendi o con altri profitti


Si tratta evidentemente del classico gioco delle 3 carte.

Vediamolo nel dettaglio.

1) Deutsche Bank aderisce al piano.

E già il fatto che aderisca su base volontaria lascia qualche perplessità: le banche che ne avranno bisogno faranno la fila per partecipare, ammettendo di avere asset tossici e probabilmente perdendo ulteriore valore in borsa, o preferiranno tenere lo scheletro nell'armadio secondo il perfetto stile andreottiano riassumibile con il motto "finchè la barca va..."?

2) Deutsche Bank è piena di titoli che nessuno più vuole, fatti di crediti inesigibili di banche zombie o mutuatari ormai in default o garantiti da assicurazioni zombie. Il valore di questi titoli, per il mercato evidentemente zero o prossimo allo zero, sarà invece definito da una qualche autorità terza secondo un "valore equo" (?)

3) Deutsche Bank corre dal notaio e crea una nuova società al suo interno, che chiamerà forse Deutsche Bank Scheisserfull GmBH. A questo punto, Deutsche Bank scarica in Deutsche Bank Scheisserfull tutti i titoli inesigibili che si trova in tasca.

Titoli che valevano diciamo 100, che ora valgono zero sul mercato, ma che qualcuno ha definito che valgono, diciamo, 50.

Ora, nel gioco delle tre carte, Deutsche Bank è libera dagli asset tossici potrebbe' far ripartire l'economia. Peccato che la donna di picche è ancora lì: gli asset tossici sono in pancia alla sua controllata Deutsche Bank Scheisserfull.

E qui salta fuori la bacchetta magica, o meglio, la mano dello stato nelle tasche dei cittadini.

4) Deutsche Bank Scheisserfull paga i titoli tossici di Deutsche Bank con titoli di debito garantiti dallo Stato. Questi titoli daranno alla banca una rendita.

Se qualcosa va storto, ma questo la Merkel non lo dice, lo Stato che garantisce i titoli prenderà i soldi dalle tasche dei cittadini (che sicuramente saranno molto felici).

In altre parole, altro debito per coprire un buco provocato dal debito.

Ci ricorda qualcosa...

Non abbiamo ancora toccato il fondo, comunque.

Ai deliranti punti 5 e 6 si legge infatti che la rendita abbatterebbe le perdite dell'SPV e sarebbe ripagata con dividendi o altri profitti.

Si, perchè se l'economia riparte, Deutsche Bank torna a scremare enormi profitti e in una decina d'anni magari copre il buco.

Ma se, come è probabile, l'economia non riparte a breve, il meccanismo non sta in piedi e crolla su se' stesso.

Perchè su questo pianeta c'e' del debito che nessuno puo' pagare, e spostarlo in la' nel futuro non servirà a falo sparire. Non servirà neanche farlo garantire dagli Stati, nemmeno dalla Merkel.

Nel gioco delle tre carte c'e' sempre la donna di picche che ti frega.

Il banco vince.

Saluti felici

Felice Capretta

martedì 12 maggio 2009

Crisi del 29 - Crisi attuale, le pompose dichiarazioni di ripresa

(aggiornamento: se state cercando un confronto tra la crisi del 1929 e la crisi attuale, lo trovate a questo articolo)

E' fiacca perfino la cronaca, in questi giorni di irreale aria di ripresa, con la sterile polemica sui barconi rispediti al mittente.

Passiamo al sodo, con un interessante post sulle dichiarazioni di economisti ed autorità durante la Grande Depressione della crisi del 29. La crisi attuale non sembra poi molto diversa.

Sarebbe bastato poco ad un qualsiasi giornalista prendere Internet e dare un occhio a questi dati che vi proponiamo, magari proponendo un parallelo tra la crisi del 29 e la crisi attuale.

Invece....niente.

Vi proponiamo la traduzione italiana del famoso Grafico delle Pompose Dichiarazioni, 1927 - 1933.





















Cos'e' il Grafico?

Nel pieno della Grande Depressione, politici, economisti, presidenti ed organizzazioni facevano brillanti dichiarazioni sulla fine della Depressione, sulla ripresa ormai vicina.

Un po' come sentire i vari Tremonti, Marcegaglia, Draghi e i soliti noti Goldman Sachs di oggi.

Sul grafico sono segnate puntualmente tutte le dichiarazioni che leggete sotto.

Prima di procedere, ricordate che il mercato ha toccato il punto più basso a metà del 1932, ben 3 anni dopo il crollo del 1929, e 2 anni dopo il 1930.

Buona lettura..


Le Pompose Dichiarazioni, 1927 - 1933

1. “Non avremo altri crolli nei nostri tempi”
John Maynard Keynes, 1927


2. "Non posso fare altro che sollevare una voce di dissenso alle affermazioni secondo le quali stiamo vivendo nel paradiso degli sciocchi e che la prosperità in questo paese deve necessariamente diminuire nel prossimo futuro” E. H.
H. Simmons, Presidente della Borsa di New York, 12 Gennaio 1928

"Non ci saranno interruzioni alla nostra prosperità permanente
Myron E. Forbes, Presidente Pierce Arrow Motor Car Co., 12 Gennaio 1928


3. “Nessun Congresso degli USA si è mai riunito, nel considerare lo Stato dell’Unione, con una prospettiva più rosea di quella che appare in questo momento. In ambito domestico c’e’ tranquillità e contentezza...ed il più alto record di anni di prosperità. All’estero c’e’ pace e la buona volontà che deriva dalla comprensione reciproca.”
Calvin Coolidge, Presidente degli Stati Uniti, 4 Dicembre 1928


4. "Ci potrà forse essere una recessione nei prezzi delle azioni, ma non ci sara’ niente che assomigli ad un crollo
Irving Fisher, 5 Settembre 1929 economista americano, sul New York Times


5. “I valori di Borsa hanno raggiunto quello che sembra essere un plateau alto permanente. Non credo che avremo, nè presto nè mai, una caduta di 50 o 60 punti dai livelli attuali, come predicono (i ribassisti). Mi aspetto che il mercato delle azioni sarà un ottimo affare, più alto nei prossimi mesi”
Irving Fisher, 17 Ottobre 1929

"Il crollo non avrà grandi effetti sul business”
Arthur Reynolds, Chairman della Continental Illinois Bank of Chicago, 24 Ottobre 1929

"Non ci saranno ripetizioni del crack di ieri… non temo altri declini comparabili"
Arthur W. Loasby (Presidente di Equitable Trust Company), 25 Ottobre 1929

“Riteniamo che Wall Street sia fondamentalmente solida, e che per le persone che possono permettersi di pagare, ci sono buone azioni a buon mercato a questi prezzi”
Market letter di Goodbody and Co, dal New York Times, 25 Ottobre 1929


6. “Questo è il momento di comprare azioni. E’ il momento di ricordare le parole del vecchio JP Morgan [...] che ogni uomo ribassista sull’america vada in malora. Nel giro di pochi giorni ci sarà probabilmente più un panico ribassista che un panico rialzista. Molti dei prezzi bassi, essendo il risultato di vendite isteriche, non saranno probabilmente raggiunti di nuovo da qui a molti anni.
R. W. McNeel, analista di mercato, sul New York Herald Tribune, 30 Ottobre 1929

“Comprare oggi cose solide sarà una cosa che non rimpiangerete”
E. A. Pearce market letter, citata nel New York Herald Tribune, 30 Ottobre 1929

“Alcune persone molto intelligenti stanno ora comprando azioni… a meno che non dobbiamo cedere al panico – cosa che nessuno crede seriamente – le azioni hanno toccato il fondo”
R. W. McNeal, analista finanziario, Ottobre 1929


7. "Il declino è nei valori cartacei, non nei beni tangibili… L’America è ora nel suo ottavo anno di prosperità commercialmente definita. I precedenti grandi periodi di prosperita’ in America sono durati in media 11 anni. Su questa base abbiamo altri tre anni prima di una crisi pesante”
Stuart Chase, economista, sul NY Herald Tribune, 1 Novembre 1929

"L’isterismo è ora scomparso da Wall Street"
The Times of London, 2 Novembre 1929

“Il crollo di Wall Street non significa che ci sarà depressione... per sei anni le aziende americane hanno dirottato una parte sostanziale della loro attenzione, della sua energia e delle sue risorse, al gioco speculativo... Ora questa avventura irrilevante, aliena e pericolosa è finita. Le aziende sono tornate al loro lavoro, [...], solide e finanziariamente più forti che mai”
Business Week, 2 Novembre 1929

“Nonostante la sua drammaticità, crediamo che la caduta delle borse dimostrerà una congiuntura temporanea e non sarà il precursore di una depressione"
Harvard Economic Society (HES), 2 Novembre 1929


8. “Una depressione seria sembra improbabile; [ci aspettiamo] un rilancio del business entro la prossima primavera, con ulteriori miglioramenti verso l’autunno”
HES, 10 Novembre 1929

"La discesa delle Borse non sara lunga, al massimo qualche giorno”
Irving Fisher, docente di economia a Yale, 14 Novembre 1929

“Nella maggior parte delle citta’ e dei paesi di questa nazione, il panico di Wall Street non avrà effetti”
Paul Block (Presidente del gruppo Block), editoriale, 15 Novembre 1929

La tempesta finanziaria è definitivamente passata
Bernard Baruch, cablogramma a Winston Churchill, 15 Novembre 1929


9. "Non vedo niente nella situazione attuale che sia minaccioso o pessimista... sono assolutamente convinto che ci sarà un ritorno dell’attività questa primavera, e che durante l’anno nuovo il paese farà progressi stabili"
Andrew W. Mellon, Segretario del Tesoro USA, 31 Dicembre 1929

“sono convinto che con queste misure abbiamo ristabilito la fiducia
Herbert Hoover, presidente degli Stati Uniti, Dicembre 1929

"[Il 1930 sarà] uno splendido anno per l’occupazione"
Dipartimento del lavoro, previsione per il nuovo anno, Dicembre 1929


10. “Nell’immediato futuro almeno, la previsione è brillante
Irving Fisher, economista, inizio 1930


11. "ci sono segnali che la fase più grave della recessione è finita”
Harvard Economic Society (HES), 18 Gennaio 1930


12. “Non c’e’ niente di cui essere turbati"
Andrew Mellon, Segretario al Tesoro, Febbraio 1930


13. “La primavera del 1930 segna la fine di un periodo grave… le aziende Americane stanno regolarmente tornando ad un normale livello di prosperità
Julius Barnes, capo della National Business Survey Conference, 16 Marzo 1930

La tendenza rimane favorevole
HES, 29 Marzo 1930


14. "La tendenza rimane favorevole
HES, 19 Aprile 1930


15. “Il crollo è avvenuto sei mesi fa, sono convinto che il peggio è passato – e con continui sforzi di unità ci riprenderemo presto. Non c’e’ stato nessun significativo fallimento bancario o industriale. Il pericolo, ugualmente, è sicuramente passato.
Herbert Hoover, Presidente degli Stati Uniti, 1 Maggio 1930

"Per Maggio o Giugno le previsioni di ripresa nella primavera anticipate nelle nostre lettere di Dicembre e Novembre dovrebbero essere visibili chiaramente"
HES, 17 Maggio 1930

“Signori, siete in ritardo di 60 giorni. La depressione è finita."
Herbert Hoover, in risposta ad una delegazione che chiedeva un programma pubblico di lavoro per aiutare la ripresa, Giugno 1930


16. “movimenti di business irregolari e conflittuali lasceranno presto spazio alla ripresa"
HES, 28 Giugno 1930


17. “L’attuale depressione ha quasi esaurito la sua forza”
HES, 30 Agosto 1930


18. “Siamo quasi alla fine della fase di discesa della depressione”
HES, 15 Novembre 1930


19. “La stabilizzazione ai livelli [attuali] è chiaramente possibile
HES, 31 Ottobre 1931



e per finire


20. "Tutte le cassette di sicurezza sono state bloccate e potranno essere aperte solo in presenza di un agente del fisco."

F.D. Roosevelt, Presidente Degli Stati Uniti, 1933


Saluti felici

Felice Capretta

ps: seguite questo e altri articoli sulla crisi del 29 e la crisi attuale su informazione scorretta aggiornato quotidianamente (o quasi!)

lunedì 11 maggio 2009

Talebani in Pakistan, la minacciosa avanzata

Campeggia sulla prima pagina del corriere di oggi, e nella home page di molti quotidiani online, la notizia degli scontri con i Talebani in Pakistan.

A leggere i media allineati e compatti, sembra proprio che la popolazione sia in fuga dall’inarrestabile avanzata dei Talebani.

I quali, peraltro, sembrano molto incazzati ed alquanto agguerriti.

Dopotutto, hanno già conquistato un paese (l’Afghanistan) non più tardi di un decennio fa, no?

Ricordate quando fecero esplodere la statua millenaria del Buddha?

Già, già.

Riassumendo i passi da allora ad oggi:

  • Il Grande Amico alleato li ha cacciati a suon di cluster bomb dall’Afghanistan, liberandolo.
  • I talebani si sono trovati così disorganizzati e sono arrivati ad un passo dalla disfatta.
  • Poi però si sono riorganizzati (chissà perchè non gli hanno inflitto il colpo finale) nell’area tribale al confine con il Pakistan, notoriamente una zona che sfugge al controllo di entrambi i governi, e da lì si stanno muovendo per conquistare il Pakistan.

Oggi avanzano, massacrando donne e bambini, e marciano dritti a destabilizzare il Pakistan, dritti a prenderne il controllo con tanto di armi nucleari. Non già verso Kabul, ma verso il Pakistan.

Il Giornale, nella sua edizione online, pubblica così

Pakistan, esodo biblico della popolazione: si fugge dai talebani

Islamabad - La casa sulle spalle, la vita negli zaini. È un esodo biblico, secondo solo a quello che nel 1947 diede origine allo stesso Pakistan: sono un milione quelli che hanno lasciato le loro case per sfuggire all’offensiva lanciata martedì scorso dall’esercito pakistano nella valle occidentale dello Swat contro i talebani.


Stop.

Rewind.

La casa sulle spalle per colpa dei talebani è veramente troppo.

L’esodo biblico della popolazione c’e’, ci sono centinaia di persone effettivamente in fuga.

Ma in fuga da cosa?

Risulta infatti che i profughi fuggono dall'esercito pakistano che sta conducendo attacchi contro i talebani...! E’ scritto a chiare lettere nel testo: “per sfuggire all’offensiva lanciata martedì scorso dall’esercito pakistano”.

Leggiamo cosa ci dice Maurizio Blondet riguardo all'equilibrio di forze in campo:

I guerriglieri talebani in Pakistan sono, secondo le valutazioni più pessimistiche, circa diecimila, divisi per di più in tre fazioni.

Una minoranza infinitesima.

Sono concentrati nella cosiddetta area tribale (Pashtun), in certe parti della North-West Frontier Province (la zona del Kyber, autonoma o poco controllata da Islamabad) e in certe piccole aree molto localizzate del Punjab. Sono buoni guerrieri; ma non hanno forza aerea, nemmeno un «Predator», non carri armati, non armamento pesante; e se volessero prendere il potere nel Paese, dovrebbero vedersela con l’esercito regolare pakistano: 550 mila uomini, la sesta forza militare del mondo, che si è sperimentata in una guerra reale, quella contro l’India, condotta spesso in alta montagna.

Diecimila uomini volenterosi ma poco armati dovrebbero impensierire 550.000 uomini delle truppe regolari e bene addestrati da anni di combattimento di confine nelle zone di crisi del Kashmir?

I profughi scappano dai talebani.

Già.


Per concludere, un aggiornamento dal fronte economico.

Per la miniserie fiction “il peggio è passato”, riportiamo che a marzo l’industria italiana ha perso il 23,8% rispetto all’anno precedente, con una flessione del 4,6% solo sul mese precedente. Undicesimo mese consecutivo di flessione, il livello più basso da quando l’indice viene misurato (1991).

Saluti felici e alla prossima puntata!

Felice Capretta

venerdì 8 maggio 2009

L'aeroporto di Denver, dedicato ai complottisti

Un fuoriprogramma dedicato con tutto il cuore ai più complottisti tra gli affezionati lettori.

Segnaliamo sul blog Tra Cielo e Terra l'ottima serie di post dedicati all'aeroporto di Denver.

Le strade che portano a Denver
I murales dell'aeroporto di Denver
La danza di Denver
Il Cavallo dell'Apocalisse a guardia dell'Aeroporto di Denver


Troverete anche un riferimento al nostro post sull'interessante Operazione Blackjack pubblicata sul Telegraph qualche tempo fa.

Saluti felici e buoni giorni di relax

Felice Capretta

Stress test, i risultati

Diversi e numerosi i punti di vista sui risultati dello stress test condotto sulle banche americane, uno degli elementi chiave del piano di salvataggio dell'economia della strana coppia Geithner-Obama. Ne avevamo parlato in questo articolo.

I pochi media nostrani che parlano dei risultati usano toni confortanti.

A guardare meglio i fatti, risulta invece che mancano altri 65 miliardi di dollari ad un settore che già ha pesantemente drenato risorse all'economia americana con i numerosi salvataggi.

Vi proponiamo a riguardo questo articolo tratto da Finanzaonline.

Stress test: 10 istituti non passano la prova, servono 65 mld dollari

Si è alzato finalmente il velo sulle maggiori banche statunitensi. Ieri sera dopo la chiusura della Borsa di New York, sono stati diffusi i risultati dello Stress Test, l'esame di solidità condotto dalle agenzie governative sui 19 istituti a maggiore caratterizzazione sistemica.

L'esito è stato che dieci istituti su 19 hanno bisogno di incrementare le loro riserve di cassa per far fronte alle incertezze della crisi. La ricapitalizzazione raggiungerà un valore complessivo di 65 miliardi di dollari. In testa alla classifica c'è Bank of America, che ha bisogno di 33,9 miliardi di dollari, oltre ai 45 precedentemente presi dal Tarp. Subito dietro ecco Wells Fargo con 13 miliardi, la Gmac con 11,5 e poi Citigroup con 5 miliardi di dollari e Jp Morgan con 1,5 miliardi.

Il risultato è per alcuni versi peggiore del previsto. Le anticipazioni maggiormente condivise parlavano di solo quattro banche su 19 bisognose di una ricapitalizzazione. Tuttavia, le cifre sono in linea e in alcuni casi inferiori rispetto alle previsioni.

Per Citigroup, ad esempio,si attendeva una necessità di capitale tra i 5 e i 10 miliardi di dollari, mentre per Bofa (Bank Of America, NDFC) era di 34 miliardi. Erano invece comprese tra i 10 e i 15 miliardi le stime di necessità per Gmac e Wells Fargo. In totale, gli esperti si attendevano una cifra compresa tra i 55 e i 65 miliardi di dollari.

"Nessuna di queste banche è insolvente", ha assicurato il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, nel corso di un´intervista televisiva, ma nei prossimi mesi queste si dovranno adeguare alle richieste. Nell'intervista rilasciata ieri, Geithner ha precisato che quelli che saranno costretti a trovare nuovi capitali riusciranno a raccoglierli in meno di sei mesi. Come?


Inoltre, con un singolare tempismo, il capo della Federal Reserve di New York Stephen Friedman ha dato le dimissioni all'improvviso con effetto immediato.

Approfondimento su Wall Street Italia.

saluti felici

Felice Capretta

giovedì 7 maggio 2009

Le perdite di AIG, Citigroup, GM e altri

Mentre ancora una volta leggiamo sui media delle menatine di Berlusconi e respiriamo la consueta aria di ripresina, iniziano ad affluire i risultati del primo trimestre delle società a capitale americano.

AIG potrebbe chiudere il primo trimestre con una perdita di “soli” cinque miliardi di dollari, secondo un’indiscrezione del Wall Street Journal riportata da Swissinfo.

La disastrosa perdita della società salvata dal governo americano a spese dei contribuenti è comunque meno drammatica dei 61,7 miliardi di dollari andati bruciati nel 4 trimestre dell’anno scorso.

Citigroup, in coma profondo dal settembre scorso, ha ancora bisogno di capitali. Dopo aver inghiottito denaro pubblico e dopo aver speso una fetta di quell’intervento statale per cambiare i mobili e l’arredamento dell’amministratore delegato, la nota banca zombie chiederebbe altri 5-10 miliardi di dollari al governo. Sembra infatti che dallo stress test sia emersa la necessità di un capitale di 50-55 miliardi per sopravvivere.

Poste americane in perdita, con un buco da 1,9 miliardi di dollari nel secondo trimestre dell’anno fiscale rispetto ad un giro d’affari di 17 miliardi di dollari circa nello stesso periodo.

La perdita nei primi 6 mesi del 2009 sale così a 2,3 miliardi di dollari.

Il disperato tentativo di correggere la tendenza con l’aumento del prezzo dei francobolli non avrà effetti rosei. La ricetta di Joseph Corbett, amminstratore delegato: taglio dei costi a partire dal taglio delle ore di lavoro.

General Motors in crisi chiuderà il secondo trimestre in rosso, con una perdita di 6,9 miliardi di dollari. Raggiunge così l’ottavo trimestre consecutivo di perdite. I dati saranno resi noti in giornata.

Saluti felici

Felice Capretta

mercoledì 6 maggio 2009

Avigdor Lieberman e altri crimini

Ancora tiene banco in Italia la vicenda Berlusconi-Lario, con il premier che chiede pubbliche scuse alla moglie.

Già.

Poco invece si parla, come di consueto quando c’e’ di mezzo Israele, delle cosacce che stanno emergendo riguardo l’operazione Piombo Fuso e altre tragiche violazioni dei diritti umani fondamentali da parte del piccolo stato mediorientale.

Risulta infatti che il Comitato anti-tortura dell'Onu ha denunciato l'utilizzo da parte israeliana di un centro di detenzione segreto noto come installazione 1391, ubicato in "un luogo sconosciuto di Israele e inaccessibile al Comitato internazionale della Croce Rossa".

Lì sarebbero state effettuate torture ai danni dei detenuti durante interrogatori.

alcuni ufficiali israeliani sottopongono i detenuti palestinesi a trattamenti che violano la Convenzione (contro la tortura) prima, durante e dopo gli interrogatori



Riguardo i crimini di guerra a Gaza, secondo un rapporto dell’ONU Israele avrebbe aperto il fuoco intenzionalmente contro istituzioni dell'Unrwa (l'agenzia dell' Onu per i profughi palestinesi) durante l'Operazione Piombo Fuso. Il rapporto inoltre accusa Israele di aver fatto un uso eccessivo della forza e di aver colpito civili palestinesi senza che ciò fosse indispensabile.

Il ministero degli esteri israeliano, Lieberman, con il suo stile notoriamente raffinato e diplomatico sostiene che con questo rapporto devono comunque terminare le indagini dell'Onu su Piombo fuso.

A proposito di Lieberman, ieri in visita a Roma, vi proponiamo questo ritratto doppio.

Avigdor Lieberman, chi era costui?

Dall’allineatissimo Il Foglio: per Dershowitz, Lieberman è progressista come Livni

Il “surge” diplomatico del signor Lieberman è cominciato ieri con la visita a Roma, prima tappa del tour europeo. Il ministro degli Esteri israeliano ha la fama e il linguaggio da duro, un falco inviso alla diplomazia del Vecchio continente (e non solo), che preferisce nutrirsi di “slogan o dichiarazioni pompose” piuttosto che puntare a “risultati concreti”.

Alan Dershowitz dice al Foglio che “Lieberman è molto ‘misunderstood’, male interpretato”.

L’avvocato liberal più famoso d’America – in Italia per la presentazione del suo ultimo libro “Processo ai nemici d’Israele” – è convinto che il processo di pace non subirà certo una battuta d’arresto a causa del governo israeliano di Benjamin Netanyahu. Anzi. “Avigdor Lieberman è progressista tanto quanto lo era Tzipi Livni, ministro degli Esteri prima di lui – continua Dershowitz – Livni aveva la faccia più liberal, ma non credo che ci siano grandissime differenze tra i due”.



Dal blog Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica: Entra Adolph Lieberman

Lieberman è molto più che una "controversa" personalità, come i media ebraici e controllati dagli Ebrei lo dipingerebbero, soprattutto per evitare di affronare la realtà della sua mentalità fascista.

Egli è in effetti un pericoloso demagogo ed un guerrafondaio che sostiene la pulizia etnica, il genocidio e le guerre nucleari.

Di fatto, l'uomo può essere visto come un Hitler in erba, con assai poca esagerazione.

Il comportamento delinquenziale di Lieberman è assai noto tra gli Ebrei di Israele. Nel 1999, l'ex immigrato Moldavo aggredì e picchiò selvaggiamente, alcuni dicono che morse, il figlio di un suo vicino che avrebbe picchiato suo figlio.

La questione fu resa pubblica in Israele ma poi messa a tacere quando la stella di Lieberman spiccò il volo, prima come avvocato che rappresentava gli immigrati ebraici della vecchia Unione Sovietica, e poi come ministro del gabinetto Sharon nel 2001-2003.

Come ministro Lieberman espose idee nazistoidi così sfacciatamente che il Ministro degli Esteri Shimon Peres dovette avvertirlo che poteva essere citato in giudizio all'Aya per crimini contro l'umanità se avesse deciso di mettere in pratica la sua ideologia razzista.

L'8 Marzo 2002, il quotidiano israeliano Yediot Ahronot lo citò per aver detto durante una riunione di governo:

"Alle 8 bombardiamo tutti i centri commerciali, alle 12 bombardiamo tutte le pompe di benzina, alle 2 del pomeriggio, bombardiamo tutte le banche, e teniamo aperte le frontiere".

Più precisamente, la piattaforma elettorale di Lieberman parlava di togliere la cittadinanza ai non-Ebrei di Israele, espellere i Palestinesi dala Galilea, e fare la pulizia etnica dei Palestinesi nella West Bank e Gaza per mezzo dell'espansione degli insediamenti ebraici e confinando i Palestinesi in Bantustan e città come nell'apartheid Sud Africano.


Questione di punti di vista.

A voi scegliere qual è il più veritiero, a voi distinguere la propaganda.

Saluti felici

Felice Capretta

lunedì 4 maggio 2009

Siamo tornati : - )

Ben ritrovati a tutti gli affezionati lettori.

Siamo tornati e da oggi riprendiamo il consueto flusso di informazioni troppo corrette per essere scorrette, nonche' troppo scorrette per essere corrette.

In questi giorni se ne sono lette di tutti i colori sulla stampa allineata.

Abbiamo seguito regolarmente la sistematica azione volta a far crescere la psicosi per l'influenza dei suini, che comunque fino ad oggi non ha fatto che qualche decina di vittime.

Grazie di cuore ai lettori che hanno rilanciato tempestivamente la cosa tra i commenti al post precedente.

Sempre in materia di suini, la crisi matrimoniale tra berlusconi e Veronica Lario sta occupando molto spazio sui media.

Molto interessante.

Gruf! (come dicono i maialini grufolando felici nel fango)

Tanto per rimettere le cose in ordine, vi suggeriamo questo articolo di effedieffe.com: cosa ci facevano i generali nel laboratorio delle pandemie? , pubblicato free ed apparso per la prima volta il 23 ottobre dell'anno scorso.

Alcuni stralci:

Il 18 ottobre, un grosso Boeing 757 con l’insegna «United States of America» è atterrato nel locale aeroporto regionale a Lake Clear; e due membri dell’airport committe, Barry DeFuria e Larry Miller (sono anche membri del consiglio comunale) vedono sbarcare dall’apparecchio «i più alti membri degli Stati Maggiori riuniti USA e i loro pari grado di Francia, Germania e di un altro Paese, forse la Gran Bretagna»

[....]

Ma il giornale dell’Adirondack, poco incline all’umorismo, si chiede invece: cosa ci facevano dalle nostre parti «generali e ammiragli del più alto grado, appartenenti alle più potenti nazioni della terra» (sic), proprio qui nel nostro angolo di fredde foreste e laghi?

Essi hanno tenuto una riunione «da qualche parte nella zona», una parte che il giornale non è in grado di precisare.

Nella zona, proprio sul lago Saranak, c’è un solo luogo di alto interesse militare dove i gallonati dell’Occidente possono essere stati accolti: il Trudeau Institute, un laboratorio bio-chimico molto riservato, in cui si coltivano microrganismi di tipo «pandemico», allo scopo (quello dichiarato) di elaborare un vaccino contro le specie più letali di influenza. Gli scienziati del Trudeau compiono queste ricerche insieme ai ricercatori della US Navy, dunque il tutto è coperto da segreto militare.

[...]

Coincidenza: il 21 ottobre, USA Today rivanga la storia della SARS (avvenuta nel 2003) e titola: «Un esperto predice che la prossima epidemia comincerà dagli animali», come la SARS dai polli.

Il fatto è che - altra coincidenza - un’associazione senza scopo di lucro chiamata «Trust for American Health» sta cominciando a diffondere un suo rapporto, dal titolo: «I germi sono globali - Perchè le malattie infettive emergenti sono una minaccia all’America», dove dice che una nuova pandemia o «un attentato bioterroristico» possono far diventare il problema «una questione di sicurezza nazionale»



(intero articolo qui)

Sarebbe stato più utile partire da quell'articolo e fare qualche inchiesta decente, ma si sa: tra cercare il vero (o quantomeno il fatto) e sbrodolare di piacere cercando le parole giuste per pompare la pericolosa pandemia che fa meno vittime del raffreddore, è senza dubbio più facile la seconda.

Chiudiamo con i complimenti ai lettori affezionati che hanno svolto i compiti delle vacanze correttamente ed in pochi minuti.

Saluti felici e ben ritrovati : - )

Felice Capretta