martedì 21 ottobre 2008

Aggiornamento dal fronte della crisi finanziaria

La stampa italiana è in delirio da pornocronaca. E' infatti in corso in queste ore il processo per la morte della studentessa di cui già si è parlato estesamente.

La famiglia chiede tanti soldi e i giornalisti dedicano ampio spazio alla quantità esatta del risarcimento, in misura sufficiente perchè vi chiediate "sarà giusto?" e altre porcherie di vario genere e grado.

Un altro pezzo di cronaca è occupato dal sostegno di Powell al candidato Barack Obama.

Senza contare uno spruzzo di Superenalotto.

Poche parole, se non nessun commento, sulla persistente crisi finanziaria, che ha già intaccato l'economia reale. E dire che le notizie non mancano, a partire dall'interessante articolo del daily telegraph, rilanciato nella nostra lingua dall'ottimo Maurizio Blondet sul sito Effedieffe ormai a pagamento. A proposito, se il vostro stipendio non è ancora stato intaccato dalla crisi e potete permettervi 100 euro l'anno, fate un pensierino a sostenere l'informazione indipendente con un abbonamento a effedieffe. E.. no, non prendiamo provvigioni!

Nel brillante articolo, intitolato significativamente "Do our rulers know enough to avoid a 1930s replay?", si cita Tremonti:

La crisi è ora in piena forza in tutto il mondo; colpisce l’economia reale, le forze produttive dell’industria. E’ globale, è totale, e dovunque

Citiamo dalla traduzione di effedieffe alcuni elementi che non dovrebbero passare in secondo piano rispetto alle porcherie di cronaca nera di cui sono pieni i giornali:

Il prezzo dei noli navali per le navi «Capesize» (che traportano grani, carboni, minerale ferroso) è precipitato da maggio di un incredibile 95%; ciò che ha avuto come conseguenza, fra l’altro, la bancarotta della compagnia di navigazione Industrial Carriers di Odessa, con una flotta di 52 navi.

Qualora a qualcuno sfuggisse la portata della notizia, vi ricordo il meccanismo della domanda e dell'offerta. Cosa succede quando c'e' molta offerta e poca domanda? Succede che i prezzi si abbassano per invogliare i clienti. Quando ci sono molte albicocche e poche persone che possono comprare albicocche, il prezzo delle albicocche scende. (viceversa, quando ci sono molte persone che vogliono acquistare poche albicocche, il prezzo sale)

Se dunque il prezzo dei noleggi navali per le navi da trasporto delle materie prime è sceso del 95% significa che c'e' molta offerta di noleggi navali per scarsa domanda di noleggi navali, vale a dire ci sono meno materie prime che viaggiano.

Se ancora non fosse chiaro, questo è un chiaro sintomo che l'economia sta rallentando. Gli effetti non si vedono ancora in tutta la loro potenza semplicemente perchè le merci che sono in viaggio oggi sono state negoziate uno, due, tre mesi fa, a volte anche un anno fa. Ma prima o poi gli effetti si sentiranno.

E infatti:
«Per quanto posso stabilire, il trasporto navale sta rallentando tanto velocemente quanto lo fece nei tristi mesi del 1931», scrive Evans-Pritchard, il miglior giornalista economico del Telegraph. Dalla crisi del ‘29 ai tristi mesi della depressione piena, nel ‘31, ci vollero due anni. Ora è bastato molto meno.

Questa è tecnicamente deflazione: ribassamento generalizzato dei prezzi. Il che non è necessariamente cosa buona, visto che si riduce il margine per le imprese. Non so cosa sia meglio, tra deflazione e iperinflazione.

A dire il vero, qualche stato ne risente. Islanda e Pakistan sono già al collasso, mentre in Cina

il 53% delle sue 3.600 fabbriche di giocattoli (tutti da esportazione) sono fallite da gennaio ad oggi

e in America

le case vengono sequestrate al ritmo di 10 mila al giorno


E ancora: secondo il capo dell'ufficio internazionale del lavoro, uno dei molti marchi dell'ONU

Solo i Paesi con un vasto mercato interno e poco dipendenti dall’export soffriranno meno

Le borse intanto continuano a galleggiare con segno positivo.

Saluti felici

Felice Capretta

Nessun commento: